Dati Fao-Pam. La fame nel mondo aumenta, colpite 1 miliardo di persone
14 Ottobre 2009
di redazione
La Food and Agriculture Organization (Fao) conferma i dati di giugno: gli affamati nel mondo sono cresciuti del 9% nell’anno in corso, arrivando a 1,02 miliardi, il livello più alto dal 1970. Lo afferma il rapporto pubblicato dall’agenzia delle Nazioni Unite per l’agricoltura e l’alimentazione e dal Programma alimentare mondiale (Pam).
A causa della crisi globale molti Paesi hanno subito cali generalizzati nei flussi finanziari e commerciali, la caduta verticale delle entrate delle esportazioni, degli investimenti esteri, degli aiuti allo sviluppo e delle rimesse in denaro. Ciò significa che non solo il consumo alimentare si è ridotto, ma alcuni Paesi a basso reddito con deficit alimentare hanno dovuto diminuire le importazioni di derrate alimentari, di medicine e attrezzature mediche.
Secondo il rapporto Fao-Pam, la sottonutrizione è una realtà estesa in Asia e nel Pacifico dove si stima che gli affamati siano 642 milioni, ma non risparmia neanche i Paesi sviluppati dove sono 15 milioni a soffrire la fame. Una ricerca della Fondazione per la sussidiarietà resa nota recentemente, riporta che anche in Italia il 5,3% delle famiglie, pari a 3,5 milioni di persone, non ha abbastanza soldi per un’alimentazione adeguata. Gli affamati sono 265 milioni nell’Africa sub-sahariana, in America Latina e Caraibi 53 milioni, nel Vicino Oriente e Nord Africa 42 milioni.
Nel corso dell’ultimo decennio, spiega il rapporto Fao-Pam, il numero delle persone sottonutrite è aumentato in modo lento ma costante. Proprio questo aumento, che si è verificato anche nei periodi di sviluppo, mostra la debolezza del sistema mondiale di controllo della sicurezza alimentare.
"L’aumento della fame nel mondo avviene nonostante si sia verificato un drastico calo dei prezzi dei prodotti agricoli, con le quotazioni internazionali che sono dimezzate in un anno da 10 dollari per bushel (0,37 dollari al chilo) del 2008 a poco più di 5 dollari per bushel (0,18 dollari al chilo), perchè per effetto della speculazione, i prezzi dei prodotti alimentari derivati come pane e pasta hanno continuato ad aumentare nei paesi ricchi ed in quelli poveri". Questo è quanto denuncia la Coldiretti nel commentare il rapporto e che sarà oggetto di analisi al Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, organizzato dalla Coldiretti con la collaborazione dello studio Ambrosetti, a Villa d’Este a Cernobbio, sul lago di Como, dal 16 al 17 ottobre. "Nonostante il forte calo dei prezzi alla produzione agricola che sono al minimo da venti anni, per le principali materie prime come latte e cereali, rimangono alti – denuncia l’organizzazione – i prezzi al consumo che rendono ancora più difficile la sopravvivenza del miliardo di affamati. Lo dimostra il fatto che l’andamento dei prezzi al consumo in 58 Paesi in via di sviluppo ha evidenziato che nell’80 per cento dei casi i prezzi sono più alti dello scorso anno".
"Gli aiuti alimentari sono necessari, ma non bastano e – precisa Coldiretti – occorre investire nell’agricoltura delle diverse realtà del pianeta, dove servono prima di tutto politiche agricole regionali che sappiano potenziare le produzioni locali con la valorizzazione delle identità territoriali per sfuggire all’omologazione che deprime i prezzi e aumenta la dipendenza dall’estero". "Alle agricolture di tutto il mondo – conclude l’associazione – devono essere garantiti credito e investimenti adeguati se si vuole continuare a sfamare una popolazione che aumenta vertiginosamente, si devono applicare regole chiare per evitare che sul cibo si inneschino speculazioni vergognose, occorre garantire trasparenza e informazione ai consumatori perchè negare tutto ciò è più distorsivo di qualsiasi aiuto di stato".