Ddl Riforme alla Camera, M5S in contraddizione
31 Luglio 2013
Ieri sera la Commissione Affari Costituzionali della Camera ha dato via libera al ddl costituzionale, che definisce l’iter delle riforme e istituisce il “Comitato dei 42”. La Commissione non ha fatto modifiche al testo già approvato dal Senato. Una buona notizia, penserebbe chiunque sia spossato delle estenuate procedure parlamentari, dagli tsunami di emendamenti, dei battibecchi a uso stampa nelle Aule di Montecitorio e Palazzo Madama. Ma mai dire mai con i grilli.
I deputati del Movimento 5 Stelle nei giorni scorsi avevano preso un tacito accordo con il Governo. Stop al filibustering sul Dl Fare se il voto sul Ddl Riforme fosse slittato a settembre. L’accordo, se si può definire così, prevedeva però che il provvedimento sulle riforme fosse discusso in Commissione e presentato alla Camera già da questa settimana, il 1° agosto. Ma ieri, "dopo aver constatato l’assoluta impossibilità di apportare modifiche al ddl costituzionale imposto dalla maggioranza", come dice il comunicato del gruppo, i grilli hanno ritirato tutti i loro emendamenti, convinti che in questo modo potranno accelerare l’eliminazione del finanziamento ai partiti.
Non contenti, hanno accusato i rappresentanti delle altre forze politiche di fare melina in Commissione, di voler strumentalizzare il movimento, "di guadagnare tempo e far slittare la discussione sul provvedimento per l’abolizione dei rimborsi elettorali". Riassumendo: per tutta la scorsa settimana il filibustering grillino ha rallentato il cronoprogramma del Governo e ingolfato i lavori parlamentari, in nome della democrazia e della centralità delle camere. Ieri, i grilli hanno accusato i partiti al lavoro in Commissione di fare "ostruzionismo". Se non è schizofrenia è demagogia.