Ddl sicurezza, ok del Senato: ai medici la facoltà di denunciare i clandestini

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Ddl sicurezza, ok del Senato: ai medici la facoltà di denunciare i clandestini

05 Febbraio 2009

Sempre più vicine le nuove regole sulla sicurezza. L’approvazione del disegno di legge al Senato era iniziata nel tardo pomeriggio di ieri ed è continuata questa mattina con la grande soddisfazione del Carroccio: la norma sulla sicurezza ora passa all’esame della Camera.

L’incidente della scorsa serata è stato quindi archiviato. Ieri infatti il governo era stato battuto al Senato, con voto segreto, per ben tre volte su alcuni emendamenti proposti dalla Lega. La maggioranza era andata sotto sulla norma che prevedeva il rilascio del titolo di soggiorno per i familiari di uno straniero regolare soltanto se questi “avevano regolarmente soggiornato in Italia ininterrottamente da almeno cinque anni". Non era neppure stata approvata la disposizione che imponeva ai clandestini la permanenza fino a sei mesi nei centri di identificazione ed espulsione quando lo straniero non era identificabile. Oggi, invece, tutto è andato liscio.

Ecco qui le principali novità introdotte con il ddl sicurezza:

Denuncia dei clandestini. Tra gli emendamenti approvati oggi, c’è anche quello che elimina il divieto di denuncia da parte dei medici degli immigrati che vengono assistiti dal servizio sanitario nazionale e l’introduzione della facoltà di denunciare i clandestini.

L’opposizione ha gridato subito al razzismo e alla xenofobia. Prima delle votazioni in Aula, il Pd si era appellato al buon senso dei colleghi senatori: “Si rischia di incentivare una medicina parallela che gli illegali utilizzeranno per non essere denunciati se vanno in ospedale o da un medico”, avevano gridato dai palchi dell’opposizione.

A difendere la norma c’è il sottosegretario al Welfare Francesca Martini che sottolinea l’importanza della “possibilità di collaborazione con il ministero dell’Interno. Il medico può cioè segnalare i casi che ritiene opportuno e questo non ha nulla a che fare con la coscienza personale”. Quindi, conclude sottolineando che “le segnalazioni rappresentano una possibilità di collaborare ai fini di tutelare la comunità da situazioni di degrado legate all’immigrazione clandestina”. Della stessa opinione è il capogruppo leghista a palazzo Madama Federico Bricolo che chiede di abbandonare “il buonismo del passato” e afferma: “Lotta dura a clandestinità e criminalità. Non è più tempo di soccorrere tutti, di pagare per tutti. A noi chiedono il ticket e il tesserino sanitario, a loro tutto gratis e niente registrazione”. Il leghista conclude sottolineando inoltre che la norma esiste già in Francia, negli Stati Uniti e in Germania.

Ronde padane. Via libera di Palazzo Madama anche alla norma che prevede che “gli enti locali saranno legittimati ad avvalersi della collaborazione di associazioni tra cittadini al fine di segnalare agli organi di polizia locale eventi che possano arrecare danno alla sicurezza urbana ovvero situazioni di disagio ambientale”. Le meglio conosciute “ronde”, però, “non potranno girare armate e non potranno cooperare nello svolgimento dell’attività di presidio del territorio”. Nonostante ciò, l’ex prefetto di Roma e senatore del Pd Achille Serra ha voluto lanciare un allarme: “E’ un’operazione molto pericolosa: garantire la sicurezza è compito che spetta allo Stato e, in maniera esclusiva, alle Forze dell’ordine”.

Schedatura dei clochard. Il Senato ha anche approvato l’articolo 44 che istituisce il registro nazionale delle persone senza fissa dimora, un dossier da mantenere presso il ministero dell’Interno e da creare entro 180 giorni.

Writers. Ancora novità. L’Aula del Senato ha approvato inoltre alcuni emendamenti del Carroccio che eliminano dal ddl del Governo la previsione del carcere per chi imbratta i muri delle città. Chiunque venderà bombolette spray a minorenni con vernici non biodegradabili verrà punito con una sanzione amministrativa fino a 1.000 euro e per chi danneggia beni immobili o mezzi di trasporto pubblici o privati si applicherà una multa di 1.500 euro (invece della pena di reclusione da 1 a 6 mesi), che aumenterà a 2.500 nel caso di recidiva (al posto del carcere da tre mesi a 2 anni e la multa di 10 mila euro, come inizialmente previsto). Se poi il reato viene commesso su “cose di interesse storico o artistico”, la multa sarà di 1.500 euro. Anche in questo caso il governo puntava invece alla reclusione per i writers che violano i centri storici di un periodo che poteva variare dai 3 mesi a un anno.

Mafia. Nel ddl sono passati quasi inosservati due provvedimenti che riguardano la lotta contro la Mafia. Il primo prevede il divieto dell’apologia o l’incitamento su internet dell’attività della criminalità organizzata, delle associazioni eversive, così come l’incitamento alla violenza sessuale, all’odio etnico, razziale e religioso. Fenomeni come quelli dei gruppi pro-Riina apparsi su Facebook, quindi, non saranno più ammessi. L’altro, invece, permette l’esonero dalle tasse arretrate di tutti quei beni, aziende o società che sono stati confiscati dallo Stato alla criminalità organizzata.