Ddl sicurezza. Pera: “Le parole di Napolitano esulano dai suoi poteri”
15 Luglio 2009
di redazione
"Le cinque fitte pagine di ‘perplessità e preoccupazioni’ espresse dal presidente della Repubblica sulla legge sulla sicurezza sono palesemente fuori dai poteri che la Costituzione gli assegna". E’ durissima la critica che il senatore del PdL Marcello Pera fa in una nota contro il capo dello Stato che oggi ha firmato il Ddl Sicurezza esprimendo i suoi dubbi.
L’ex presidente del Senato osserva che il presidente non può intervenire "sul merito politico dei provvedimenti, per di più in modo selettivo come ha fatto in questa circostanza". "Se egli ha dubbi o rilievi fondati di incostituzionalità – osserva Pera – e non intende promulgare una legge, può solo inviare un messaggio formale alla Camere". "La promulgazione con dubbi e commenti non esiste", sottolinea Pera spiegando che il Presidente non può neppure rivolgersi direttamente ai ministri, perché, sempre per Costituzione, "non ha alcuna responsabilità politica né essi possono prevaricare la libera volontà del Parlamento".
Poi il senatore mette in evidenza che non è la prima volta che il presidente della Repubblica si comporta in questo modo: "Già in passato – afferma Pera – egli ha introdotto surrettiziamente nella Costituzione istituti non previsti, ora con le lettere al presidente del Consiglio, ora con moniti al governo, ora con la esternazione delle sue opinioni preventive o durante l’iter parlamentare". "Se è vero, come egli stesso scrive, che ‘al presidente della Repubblica non spetta pronunciarsi e intervenire sull’indirizzo politico’, allora egli deve astenersi dall’esprimere preoccupazioni e sollecitazioni, se non nei modi previsti".
Ma l’ex presidente del Senato non finisce qua: "Occorre essere consapevoli che, se anche la Costituzione è sospesa o come in questo caso chiaramente violata da chi deve garantirla, l’Italia andrà incontro ad un declino grave e preoccupante. Sono certo che almeno i presidenti di Camera e Senato, i quali si sono visti recapitare una lettera ‘per opportuna conoscenza’, in modo poco riguardoso della loro funzione, troveranno il modo di far sentire la propria voce a difesa del Parlamento e della nostra democrazia". "Sono ugualmente certo – conclude infine Pera – che lo stesso faranno gli ex-presidenti della Repubblica e tutti coloro che in questi tempi si sono innalzati a difendere la legalità costituzionale repubblicana".