De Magistris: al Csm inizia processo contro pm di Catanzaro
11 Gennaio 2008
di redazione
Inizia oggi pomeriggio al Csm il ‘processo’ disciplinare a carico del pm di
Catanzaro Luigi de Magistris.
Davanti ai sei ‘giudici’ di Palazzo dei
Marescialli il magistrato calabrese – del quale anche il ministro della
Giustizia Mastella ha chiesto il trasferimento d’ufficio urgente per aver
violato ‘doveri e regole di procedura’ nella conduzione dei procedimenti Why
not, Poseidone e Toghe lucane – sarà chiamato a difendersi dalle accuse, una
decina in tutto, messe nero su bianco dalla Procura generale della Cassazione,
che un mese fa ha chiesto e ottenuto il suo rinvio a giudizio. Contestazioni che
vanno dalle “ripetute e incontrollate” fughe di notizie, a cominciare da quella
per l’iscrizione sul registro degli indagati del presidente del Consiglio Romano
Prodi; a provvedimenti abnormi, o quanto meno anomali, emessi (è il caso
dell’iscrizione nel registro degli indagati del senatore di FI Giancarlo
Pittelli e del generale della Finanza Lombardo Cretella, i cui nomi sono stati
tenuti segreti in un armadio blindato, secondo l’accusa); al “disinvolto
rapporto con la stampa” e agli “sfoghi inammissibili” su presunti complotti per
fermare le sue inchieste; ai “comportamenti gravemente scorretti” nei confronti
di colleghi, anche dei suoi superiori, nei confronti dei quali avrebbe diffuso
“sospetti” senza averne le prove. Un corposo ‘j’accuse’ di cui, nell’aula
Bachelet di Palazzo dei Marescialli, si farà interprete il sostituto pg della
Suprema Corte a cui il caso è stato affidato, Vito D’Ambrosio. A difendere de
Magistris ci sarà invece il presidente di sezione della Cassazione Alessandro
Criscuolo. Ma la vigilia dell’inizio del ‘processo’, a Palazzo dei Marescialli,
è turbata dai recenti sviluppi intorno al ‘caso’. Come la denuncia contro ignoti
presentata dallo stesso pm per la fuga di notizie dal Csm o la querela, sempre a
sua firma, contro il consigliere Letizia Vacca, vicepresidente della Prima
Commissione, chiamata in causa per averlo indicato tra i “cattivi magistrati”.
Restano incerti, però, i tempi della pronuncia da parte del ‘tribunale’ delle
toghe sul destino del pm calabrese. Il presidente Nicola Mancino ha già fissato
altre due sedute, per sabato e lunedì. Se tutto filerà liscio, si potrebbe
chiudere. Ma quelle udienze potrebbero anche non bastare, costringendo ad un
rinvio.
(Apcom)