De Magistris presenta la sua squadra: fuori i politici e dentro i magistrati
14 Giugno 2011
Il nuovo Sindaco di Napoli Luigi De Magistris, nel tardo pomeriggio di ieri, ha presentato la Giunta che lo affiancherà e lo sosterrà nell’azione di governo. A Palazzo San Giacomo, De Magistris ha tenuto a precisare che i nomi non sono stati indicati dai partiti, ma sono stati scelti sulla base della condivisione del programma. Del resto, lui stesso si è proposto sin dall’inizio come il candidato estraneo alle dinamiche partitiche e, probabilmente, è stato grazie a ciò che è riuscito a vincere, capitalizzando su di sé il voto di protesta.
Vediamo la squadra messa in campo dall’ex pm. Come vicesindaco e responsabile dell’ambiente è stato scelto l’ex senatore Prc Tommaso Sodano, mentre a Bernardino Tuccillo è toccato l’assessorato al Patrimonio e a Sergio D’Angelo – presidente uscente di Gesco la cui nomina ha scatenato qualche polemica – andranno le Politiche sociali. Luigi De Falco sarà assessore all’ Urbanistica e Antonella Di Nocera alla Cultura. Ad Anna Donati, invece, è toccata la delega alla Mobilità, mentre a Marco Esposito va quella al Lavoro. Ad Alberto Lucarelli è stato assegnato l’assessorato ai Beni comuni, ad Annamaria Calmieri quello alla Scuola e a Riccardo Realfonzo quello al Bilancio, mentre Giuseppina Tommasielli sarà assessore allo Sport, alle Politiche familiari e giovanili. Ultima, ma non per importanza (tanto meno per clamore) la scelta di affidare al pm Giuseppe Narducci l’assessorato alla Sicurezza.
Proprio quest’ultima nomina aveva suscitato non poche riserve nei giorni passati, ma nonostante da più parti fossero arrivati moniti ed inviti ad un riconsiderazione della scelta su Narducci, de Magistris, al di là del possibile vulnus della sua decisione, ha confermato le indiscrezioni dei giorni passati.
Il commento rilasciato a caldo dal vice presidente vicario dei senatori del Pdl, Gaetano Quagliariello, è inevitabilmente incentrato sul merito di questa scelta, che tira in ballo una questione ben più grande e complessa: “Con l’ingresso del pm Narducci nella giunta comunale di Napoli, dove fino a ieri esercitava le funzioni di pubblico ministero anche contro gli avversari politici del sindaco che l’ha nominato, si consuma uno scandalo che peserà nel dibattito dei prossimi mesi e segna un netto arretramento sul fronte dell’autonomia e indipendenza della magistratura e dell’equilibrio fra giustizia e politica”.
Indubbiamente, si tratta di una forzatura che secondo molti si sarebbe potuto evitare. Ma che, del resto, risulta perfettamente in linea con la strategia politica di De Magistris e con il suo percorso personale. Viene da chiedersi se non sarebbe stato più onorevole e coerente per Narducci rifiutare un incarico che lo pone in una situazione di evidente imbarazzo, perché in aperta contraddizione con il codice etico a cui avrebbe dovuto sottostare.