De Vincenzi: In Umbria contro il gender difendo la libertà di pensiero

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

De Vincenzi: In Umbria contro il gender difendo la libertà di pensiero

04 Aprile 2017

“Norme contro le discriminazioni e le violenze determinate dall’orientamento sessuale”, è questo il testo di legge che la giunta Marini (Pd)  e la sua maggioranza in regione si apprestano a votare. Si tratta di una legge contro le discriminazione legate all’orientamento sessuale e all’identità di genere, ossia una legge sull’omofobia, per la quale la regione Umbria ha previsto uno stanziamento di 50.000 euro. Il provvedimento che ha sollevato molte polemiche. Ne parliamo con Sergio De Vincenzi, consigliere regionale eletto nella lista Civica Ricci Presidente, e a sua volta Presidente dell’associazione UMBRIA NEXT, recentemente federato alla rete di Idea  e che, in questi mesi, ha guidato in regione l’opposizione alla legge sull’omofobia. 

Consigliere Sergio De Vincenzi, le è riuscito a rinviare già una volta il voto su questa legge individuando e sollevando una questione procedurale: l’assenza di una copertura finanziaria. 

“Si, nella seduta del 28 marzo ho fatto presente che il provvedimento non era corredato dalla necessaria copertura finanziaria.  Senza nessuna vergogna la maggioranza stava per imporre nuovamente all’attenzione dell’Aula l’approvazione di una norma uscita dalla Commissione consiliare senza che ne venisse aggiornata la copertura finanziaria. Insomma, la maggioranza ha dato una plateale dimostrazione di totale inadeguatezza governativa, che sta conducendo, oramai, ad una deriva amministrativa arrogante.  Infatti, poi, con un colpo di mano da parte della presidenza dell’assemblea, è stato imposto agli uffici competenti di trovare la quadra finanziaria in quattro e quattr’otto per riportare la proposta di legge quanto prima all’attenzione del consiglio regionale. Una velocità di correzione davvero sorprendente. Il tentativo, ancora una volta, è stato quello di piegare le regole democratiche a favore dei diritti di una minoranza “di opinione”, con modalità di azione tipiche di un regime dittatoriale”. 

Da qui la decisione di rinviare la discussione definitiva alla seduta del 4 aprile, ossia a domani. Ci spiega perché è contrario a questo testo?

“Prima di tutto siamo contrari al modus operandi della maggioranza che mette a rischio il funzionamento delle stesse istituzioni. Per noi è importante il rispetto delle regole in una democrazia, e chi è in Aula deve essere il primo a rispettarle. Poi passiamo alle questione di merito: noi siamo contrari a ogni forma di discriminazione, e sono tante le persone che vengono discriminate per motivi diversi. Se si sceglie la strada di individuare delle categorie da proteggere, difficilmente si riesce a includerle tutte. Per questo motivo non vogliamo fare una legge “ad categoriam”,  e non siamo qui per fare gli interessi di una parte. L’articolo 3 della Costituzione sancisce l’uguaglianza fra le persone, ma questa legge disattende questo articolo perché discrimina creando delle categorie. Ecco, noi crediamo che vadano contrastate tutte le discriminazioni nello stesso modo. Inoltre, parliamo di una legge che si basa su un dato sensibile, quale l’orientamento sensuale, che, secondo i promotori della stessa legge, è fluido, ossia può cambiare diverse volte nella vita secondo le proprie percezioni. Parliamo dunque di un dato non oggettivo. Allora, mi chiedo, su cosa fare prevenzione se la stessa legge non ha una base oggettiva e non c’è un dato oggettivo di discriminazione? Poi arriviamo a questioni essenziali, come il fatto che è a rischio la nostra libertà pensiero e di espressione, diritto garantito dall’art. 21 della nostra Costituzione; ma anche la libertà e responsabilità educativa dei genitori, sancita dall’art. 30 della nostra Costituzione, che garantisce il diritto dei genitori di provvedere all’educazione dei figli secondo le proprie convinzioni religiose e filosofiche.  E poi, ovviamente, c’è l’aspetto biologico/scientifico, ossia cosa sia oggi essere uomo e donna”.

Ieri a Perugia si è svolta una fiaccolata per protestare contro questa proposta di legge

“Si, ieri c’è stata una fiaccolata, alla quale sono andato come semplice cittadino, che ha visto la partecipazione di numerose famiglie contrarie a questa legge e l’hanno dimostrato pacificamente: è stato un segnale importante per la città e per l’Umbria”.

Domani la legge andrà in Aula per la discussione definitiva e la sua approvazione. Cosa si aspetta?

“Chiaramente il Pd, ossia la maggioranza, ha tutti i numeri per approvare questo testo. Io chiederò che il provvedimento torni in Commissione e mi batterò per questo, ma la mia è anche una battaglia culturale, perché l’Umbria capisca dove siamo arrivati e dove stiamo andando”.