Debiti PA, sui pagamenti c’è “l’impegno personale” del premier

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Debiti PA, sui pagamenti c’è “l’impegno personale” del premier

10 Luglio 2013

Forse il passaggio più importante durante il question time alla Camera di Letta è quello sui pagamenti dei debiti delle PA alle aziende. Motore della crescita, dice il capogruppo Pdl Brunetta. E il premier promette di accelerare su un provvedimento strategico per le ripresa del Paese.

Doveva essere in stile anglosassone, il question time di Letta alla Camera, il primo dopo il 2007, ma i grillini lo trasformano in una sceneggiata sulla Diaz e Genova 2001. Sull’aula c’è come una cappa, la sospensione dei lavori parlamentari evocata dal Pdl per rispondere all’ultimo strappo del potere giudiziario. Di giustizia non si parla nelle interrograzioni dei vari partiti, a cui Letta risponde con scrupolo, e l”aula si riempie lentamente. Quando Letta inizia a parlare rispondendo alla prima interrogazione, SeL, in materia di immigrazione e diritto d’asilo, molti parlamentari leggono distrattamente il giornale e stanno al computer.

Frantoianni cade nello stesso peccato del ministro Kyenge, sovrapporre le parole e la visita di Papa Francesco alle questioni politiche interne dell’Italia. Papa Francesco ci ha ricordato che il Mediterraneo non deve diventare un cimitero a cielo aperto, è vero, ma non è chiaro a chi si riferisca il braccio destro di Vendola quando parla di "Un Paese dove i politici sarebbero contenti se i barconi affondassero", spiegando che la politica dei respingimenti è ancora in atto. Letta risponde contestualizzando il discorso nella sua dimensione geopolitica, il quadro di riferimento è l’emergenza migratoria dal Nord Africa, che a quanto pare non è una vicenda che si è chiusa del tutto, in particolare sui rapporti tra Italia e Libia. Letta annuncia anche fino a 8.000 nuovi accoglimenti di profughi in Italia.

Tocca ai 5 Stelle, che al di là di una assai confusa e letta malamente interrogazione del deputato Riccardo Nuti sulla nomina di De Gennaro a Finmeccanica ricorderemo per quell’applauso guerrigliero di sostegno dei colleghi di partito, che dura troppo, non si interrompe neppure quando Boldrini richiama all’ordine il gruppo. Letta spiega con dovizia di particolari la procedura di nomina di De Gennaro e perché, secondo il Governo, essa è stata trasparente. I grillini rispondono tirando di nuovo in ballo Genova 2001 e sostenendo che De Gennaro non ha esperienza industriale. Certo che avere un uomo profondo conoscitore dei servizi e delle intelligence alla guida della punta diamante del nostro patrimonio industriale higthech, e nel contesto di un altro tipo di guerre come quelle tra i grandi player internazionali, potrebbe essere un punto di forza, proprio il contrario di quello che temoni i grilli.

"Non siamo a teatro ma in aula parlamentare", dice Boldrini per placare le scalmane dei Movimento. Poi parla Brunetta, e dopo immigrazione e noblobal finalmente si parla di cose che interessano direttamente gli italiani, le imprese. I rimandati pagamenti delle PA. Brunetta chiede, "implora" Boldrini di occuparsene direttamente perché questo vorrebbe dire far ripartire l’economia, da una parte, e riconciliare lo Stato con i cittadini, missione ben più importante. Letta conferma che i pagamenti già previsti ci saranno. Anche la Lega Nord sceglie una provocazione, quella del rimpatrio delle dissidenti kazake, 2 donne e una bambina, rimpatriate nel giro di tre giorni, "in spregio ai diritti umani". La Lega si chiede perché proprio con queste donne sia stata seguita una strada così accelerata quando i clandestini spesso restano in Italia anche mesi o anni senza permesso di soggiorno. Anche su questo, Letta promette che verrà fatta chiarezza, lasciando intendere che delle incertezze politiche dopo la maxioperazione Digos di fine maggio ci sono state.

Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia hanno una missione, quella di riportare a casa i nostri Marò. Letta fa il punto della situazione, ricorda che De Mistura è volato tre volte in India negli ultimi 70 giorni per "ricostruire il capitale di fiducia" necessario a chiudere la vicenda con Delhi. Il premier sottolinea anche i Marò in questo momento sono nella nostra ambascita, ricevono le visite dei familiari. Ma per la Meloni bisognerebbe fare di più, coinvolgere gli organismi transnazionali, far valere il nostro essere membri della Ue e della Nato, richiamare il nostro ambasciatore e rispedire in India quello di Delhi a Roma. Ne va della "dignità della Nazione".

Il Pd difende invece l’operato del Governo sul piano della occupazione, e in particolare della occupazione giovanile. Su questo, premier e partito di maggioranza sembrano rimarcare gli stessi punti, il taglio del costo del lavoro, la finestra che si è aperta con il miliardo e mezzo di euro ottenuto a Bruxelles. Letta dice che bisogna avvicinare il tempo in cui i ragazzi escono dalle università da quello in cui iniziano a lavorare, e che biosgna riequilibrare le diseguaglianze. Speranza replica: "Non ci interessano i numeri delle agenzie di rating ma quelli che riguardano la vita delle persone". Infine, l’onovrevole Pisicchio, che interroga il governo sulla evasione fiscale, dà la palla a Letta per spiegare che l’ecobonus e i premi per le ristrutturazioni, essendo procedure da certificare, contribuiranno a far emergere il nero. Da ultima l’onorevole Galgano di Scelta Civica, che sprona il Governo a far entrare maggiormente i privati nella gestione del patrimonio della "bellezza" italiana.