Debito Usa, la Cina: “Vogliamo un mondo de-americanizzato”
14 Ottobre 2013
La crisi del debito americano che sta tenendo in scacco 800mila dipendenti pubblici senza stipendio fa tremare anche la Cina, il più grane creditore degli Stati Uniti, interessata come non mai alle sorti del Congresso americano. La scorsa settimana il vice-ministro degli Esteri Zhu Guangyao è intervenuto nel dibattito per sollecitare i ministri americani ad approvare l’innalzamento del tetto del debito prima che il governo statunitense rischi un nuovo default.
Si tratta del primo intervento ufficiale di Pechino sulla questione in vista della scadenza del 17 ottobre sull’aumento tetto del debito. Il vice-ministro ha sottolineato come la Cina "sia naturalmente preoccupata dello sviluppo della situazione americana". La Cina esige dunque delle garanzie sulla sicurezza degli investimenti cinesi negli Stati Uniti ma questa consapevolezza latita per ora in America e dal Congresso continuano a giungere notizie poco confortanti.
Anche Christine Lagarde, a capo del Fondo Monetario Internazionale, ha sollevato lo spettro di un nuovo capitombolo stile 2008 e dalla Cina si alzano grida di protesta al suono di "Abbandoniamo il dollaro", come riporta il "Telegraph". Secondo l’agenzia di stampa cinese, Xinhua, "forse è un buon momento di cominciare a considerare la costruzione di un mondo de-americanizzato" sostenendo che la pax americana è stata "un fallimento su tutti i fronti".
Non è la prima volta che l’agenzia di stampa e gli altri media muovono delle critiche così pesanti a Washington, e intanto Obama ha annullato il tour ufficiale nella zona asiatica che era stato organizzato per riaffermare la centralità del continente dal punto di vista della Casa Bianca e per mostrare, facendo tappa in Malaysia e nelle Filippine, solidarietà a due Paesi che sono sotto la pressione cinese a causa di dispute territoriali. Meglio restare in famiglia a lavare i panni sporchi.