Deceduto in carcere: su causa della morte versioni discordanti
25 Maggio 2010
di redazione
Era imputato in un processo a Genova con l’accusa di violenza sessuale su minore e induzione alla prostituzione. Giovanni Bonafè, 44 anni, detenuto nel carcere di Sanremo, è morto questa mattina nella sua cella.
Secondo il sindacato Uil-pa Penitenziaria l’uomo sarebbe morto a causa della caduta dal suo letto a castello. Lo stesso sindacato ha sottolineato in una nota che "quando si insiste nell’ammassare persone in spazi incompatibili con la dignità e la vivibilità, quando ci si ostina a voler determinare condizioni inumane di detenzione non possono non capitare certe cose". Ma per il direttore del carcere e il medico legale l’uomo sarebbe invece morto per cause naturali.
L’uomo era stato indagato dal sostituto procuratore Alessandro Bogliolo insieme a un’altra persona. I due vennero arrestati nel marzo 2009. Secondo l’accusa, i due adescavano i ragazzini regalando peluches, figurine giapponesi e altri giochi e ricariche del cellulare. In particolare, le violenze sarebbero avvenute nei confronti di due ragazzini di 13 e 14 anni. Il processo a carico di Bonafè era iniziato a gennaio, ma adesso si chiuderà per morte dell’imputato. Il secondo uomo era stato condannato a sei anni di reclusione. Il tribunale aveva derubricato le accuse in atti sessuali con minore. Il pm aveva chiesto 12 anni e mezzo e tre anni di misura di sicurezza di libertà vigilata.
Il tribunale aveva accolto la tesi difensiva degli avvocati Maria e Michele Montemagno dello studio Lamberti che avevano chiesto l’assoluzione dai reati di violenza sessuale e induzione alla prostituzione minorile.