Decreto Fare, per Grillo la fiducia è “Dittatura del Governo”

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Decreto Fare, per Grillo la fiducia è “Dittatura del Governo”

23 Luglio 2013

Alla fine, il Governo mette la fiducia sul Dl Fare. "Da qui alla pausa estiva dei lavori," dice in aula il ministro Franceschini "abbiamo un calendario complicato: bisogna esaminare sei decreti, le leggi europee, il ddl di riforma costituzionale, i testi sul finanziamento pubblico ai partiti e sull’omofobia: affrontare il voto su 800 emendamenti al dl Fare non consentirebbe di riuscire ad esaminare tutto in tempo". Tanti sono infatti gli emendamenti presentati in aula, molti quelli che Lega e SeL hanno ridotto. Ma il problema è il filibustering di M5S, con Grillo che, nonostante abbia visto approvati alcuni dei suoi emendamenti nelle commissioni, come la liberalizzazione del wi-fi, si lamenta perché il parlamento è stato spodestato dei suoi diritti. Grillo dice che c’è una "dittatura del governo" anche se poi rallenta volutamente i lavori delle Camere con l’ostruzionismo. Certo non sono i 137.000 e passa emendamenti che nel 2006 l’opposizione di sinistra in Francia tirò fuori contro il progetto di privatizzare Gaz de France e probabilmente i grillini non hanno l’esperienza di quei senatori americani che hanno ribattezzato pratiche del genere "l’anima della democrazia", ma i pentastellati potranno dare filo da torcere al governo e alla maggioranza, già dal combattuto e rischioso voto di venerdì sulla legge contro la omofobia. In altri casi i grilli non hanno tutti i torti come quando lamentano il mancato tetto agli stipendi dei manager per Poste o Ferrovie. In fondo, il vero timore di Grillo, delle opposizioni, e di chi all’interno della maggioranza guarda già oltre Letta, è che il Governo riesca a portare a casa i primi provvedimenti. E si rafforzi, passo dopo passo, durando più di quello che ci si aspettava.