Def in pillole: bassa crescita e solite tasse
08 Aprile 2016
Oggi riflettori sulla riunione del Consiglio dei ministri che ha presentato il Def, Documento di economia e finanza da presentare al Parlamento entro il 10 aprile. Le previsioni sul PIL 2016 sono state riviste al ribasso rispetto all’ambizioso 1,6% programmatico; siamo adesso all’1,2, massimo 1,3%, ma gli osservatori meno ottimisti dicono che l’Italia potrebbe anche non schiodarsi dall’uno per cento. Come dire, parlare di “crescita” è un eufemismo.
Il deficit 2016 dovrebbe essere confermato a 2,4% (dal 2,6% del 2015), ma già si parla di ‘aggiustamenti’ dei conti per evitare che Bruxelles faccia la voce grossa, visto che la Commissione ci ha già messo in guardia sul debito e la sua sostenibilità sul lungo periodo. L’aggiustamento potrebbe aggirarsi attorno ai 3 miliardi di euro, una “manovrina” a tutti gli effetti. La speranza per il Governo è di poter ottenere anche per il 2017 ulteriore flessibilità dalla UE, portando il deficit all’1,8%, ma bisognerà capire in che modo il Governo intende ridurre il deficit strutturale, mantenendo la promessa di rispettare le clausole di salvaguardia europee.
Sta di fatto che il governo sta prendendo atto del rallentamento della crescita italiana, ed è per questo che bisognerà passare al microscopio i già annunciati provvedimenti per favorire gli investimenti, per esempio sul programma di privatizzazioni che dovrebbe facilitare la riduzione del debito. Le Ferrovie? Se ne era già parlato ma poi non si è fatto più niente. Il collocamento della seconda tranche di Poste e della più piccola Enav potrebbe invece arrivare a settembre.
Tra le proposte che circolano per favorire gli investimenti, l’esenzione totale dal capital gain per chi investe in bond emessi da piccole e medie imprese; vantaggi per venture capital e private equità . Ma un capitolo resta ancora tutto da scrivere per il Governo Renzi. La riduzione delle tasse. Secondo Renzi, basta semplificare invece di ridurre il peso del fisco. Morale, il governo stenta a tagliare la spesa e non ha un piano per diminuire le imposte. Spera nella flessibilità europea, ma come ha detto il commissario Moscovici il mese scorso, quella flessibilità ormai è finita. Non si tratta di essere pessimisti, bensì di prendere atto della realtà .
Il Consiglio dei Ministri si è aperto alle 18:50 e su proposta del Presidente del Consiglio Matteo Renzi e del Ministro dell’economia e delle finanze, Pier Carlo Padoan, ha approvato il Documento di Economia e Finanza, previsto dalla legge di contabilità e finanza pubblica n. 196 del 2009. Il Def si compone di una prima sezione che prevede un programma di Stabilità dell’Italia, una seconda sezione che tiene conto delle analisi e tendenze di finanza pubblica ed una terza sezione che coinvolge un Programma Nazionale di Riforma (PNR). Ora il documento sarà trasmesso alle Camere perché si esprimano sugli obiettivi programmatici e sulle strategie di politica economica in esso contenute. Dopo il passaggio parlamentare, arriverà il giudizio del Consiglio dell’Unione europea e alla Commissione europea entro il 30 aprile.