Dei diritti digitali. Privacy e copyright ai tempi del web
18 Febbraio 2011
Va riconosciuta a Google una sicura serietà sulla collaborazione con utenti e fornitori, già a partire da quanto dichiara nella sua homepage: “Noi di Google perseguiamo idee e prodotti che spesso superano i limiti dell’attuale tecnologia. Siamo una società che agisce responsabilmente, pertanto lavoriamo con impegno per conciliare l’innovazione con un’adeguata tutela della privacy e della sicurezza dei nostri utenti. I principi sulla privacy guidano le nostre decisioni a ogni livello. In questo modo siamo in grado di proteggere gli utenti e dare loro gli strumenti di cui hanno bisogno, mentre perseguiamo la nostra missione di organizzare le informazioni mondiali”.
D’altra parte, la vastità di servizi offerti dalla casa ha fatto sì che alcune operazioni consentite dai software del gigante di Mountain View presentassero dei problemi rispetto alle leggi sulla privacy. Come nel caso di Google Analytics, che mette a disposizione degli iscritti le statistiche sulla navigazione come i link aperti, le parole chiave ricercate e il tempo di permanenza in ogni pagina. Oppure altre applicazioni come Google Earth e Google Maps cui è stato imputato di violare la privacy per il mancato blurring (il meccanismo di oscuramento del volto) dei soggetti inquadrati. Diverse organizzazioni hanno usato le leggi sul DMCA (Digital Millennium Copyright Act) per chiedere a Google di rimuovere link a materiale su altri siti sul quale esse rivendicavano dei diritti di copyright.
Leggi il testo completo sul sito della Fondazione Magna Carta.