Delitto Reggiani. Interrogato il rom
02 Novembre 2007
di redazione
E’ cominciato questa mattina alle 10 l’ interrogatorio a Nicolae Romolus Mailat, il ventiquattrenne romeno accusato di aver ucciso Giovanna Reggiani. A porre le domande è il giudice Claudio Mattioli, che ha confermato con un’ordinanza l’arresto del rumeno avvenuto a poche ore dall’aggressione subita dalla Reggiani e il pubblico ministero Maria Bice Barborini.
Mailat, che, difeso dall’avvocato Piero Piccinini, è accusato di omicidio volontario e rapina, ha continuato fino a ieri a professarsi innocente. Nell’incontro avvenuto ieri pomeriggio con il senatore di Rifondazione Comunista Salvatore Bonadonna, secondo quanto riportato oggi dalla Stampa ha affermato: “Non ho fatto niente, non ho fatto niente. Ho preso solo borsetta, ho preso solo borsetta. No violenza, no violenza, fate analisi, fate analisi”. “Non capire, non capire. Ho una fidanzata in Romania – ha continuato l’assassino – e una figlia, dalla prima moglie. Io sono in Italia da due mesi e mia madre da quattro”.
Nelle stesse ore in cui al regina Coeli si svolge l’interrogatorio, all’università La Sapienza di Roma è in corso l’autopsia sul corpo di Giovanna Reggiani, morta giovedì sera dopo due giorni di agonia in seguito delle sevizie subite a Tor di Quinto. L’esame autoptico è eseguito da Giovanni Cipolloni presso il centro di medicina legale dell’ateneo. Sarà proprio l’autopsia a chiarire se la vittima oltre all’aggressione ha subito anche violenza sessuale. La salma è stata trasferita dall’ospedale Sant’Andrea intorno alle 22,30 di giovedì sera, come ha spiegato Angelo Scozzafava, un dirigente del nosocomio dove la donna è rimasta in coma per due giorni.
Intanto a Tor di Quinto è iniziato lo sgombero delle baracche del campo nomadi. L’abbattimento delle baracche invece è stato rinviato. “Stamattina doveva iniziare lo smantellamento delle baracche a Tor di Quinto ma la polizia ci ha chiesto di procrastinarla perché, su richiesta della magistratura sta ancora effettuando rilievi con la scientifica” ha detto il vicecapo di gabinetto del sindaco di Roma Luca Odevaine.
Altra operazione nella zona di Porta Portese, dove la polizia ha sgomberato 20 baracche e fermato 22 stranieri tra russi, ucraini, ungheresi e romeni. Trovato materiale elettronico ancora confezionato. È poi iniziata la demolizione delle 25 baracche presenti nella zona, a pochi metri dal Ponte Sublicio, sul lato destro del Tevere. Gli uomini della Questura potrebbero provvedere, nelle prossime ore, anche ad altri controlli su i campi rom della periferia della Capitale e potrebbero essere decisi ulteriori sgomberi e demolizioni.