Dell’Airbus di Air France scomparso sull’Atlantico solo troppe ipotesi
05 Giugno 2009
Sono ancora tutte da chiarire le circostanze dell’incidente al volo AF447 dell’Air France scomparso lunedì scorso sull’oceano Atlantico. Quanto più passano le ore tanto più si complicano le ipotesi. Secondo il giornale brasiliano Folha de Sao Paulo il velivolo non si trovava alla quota prevista dal piano di volo al momento dell’incidente. Indiscrezioni pubblicate dal quotidiano francese Le Monde sostenevano che erano stati scoperti alcuni rottami dell’aereo e, da questo, si era ipotizzato che l’AF447 si fosse disintegrato ad alta quota, forse perché volava a una velocità troppo bassa. Un’ipotesi scartata dal ministro della Difesa brasiliano Nelsen Jobim, perché la presenza di olio o di carburante renderebbe improbabile l’incendio o un’esplosione. La vicenda, insomma, sta prendendo sempre di più le sembianze di un vero e proprio mistero.
A bordo dell’Airbus partito dall’aeroporto “Tom Jobin” di Rio de Janeiro e diretto a quello parigino di Charles De Gaulle c’erano in tutto 228 passeggeri, tra cui dieci italiani. L’arrivo era previsto intorno alle 9 del mattino, ma il volo non è mai giunto a destinazione. “Un aereo sparito dai radar” come l’hanno definito i controllori aerei. Poco dopo i primi lanci di agenzia titolavano “Un tragico incidente” e “nessuna speranza di trovare superstiti”. E anche se non erano ancora state trovate tracce del velivolo, la possibilità del dirottamento o dell’attentato è stata scartata da subito. Forse un guasto elettrico, o forse un fulmine. O forse entrambe. Con il passar delle ore e con il ritrovamento dei primi resti dispersi per più di
C’è chi tira in ballo le raccapriccianti analogie con altri misteri del cielo. Il giudice Rosario Priore ricorda la strage di Ustica: “L’Airbus dell’Air France sembra essere sparito nel nulla. Una vicenda misteriosa che rassomiglia moltissimo a quanto accadde al Dc 9 dell’Itavia al largo di Ustica: anche quell’aereo sparì nel nulla improvvisamente”. Il velivolo, con a bordo 81 persone, esplose nel 1980 e fu probabilmente abbattuto da un missile, ma è ancora aperta un’inchiesta della procura di Roma. Nel 1994 un Airbus A330 si schiantò durante un volo di prova nei pressi dell’aeroporto di Tolosa, nel sud della Francia. A bordo c’erano soltanto i sette membri dell’equipaggio, di cui due italiani. L’Airbus precipitato nel 1994 era il prototipo dell’A330-300 del quale l’A330-200 di cui si sono perse le tracce da due giorni è una versione “accorciata”. E poi c’è il mistero del trireattore MD-11 della Swissair, precipitato nel settembre 1998 con 229 passeggeri a bordo non lontano dalle coste canadesi. Il pilota comunicò un incendio a bordo e, nonostante la situazione era rimasta sotto controllo, appena cominciate le operazioni di scarico l’equipaggio lanciò il formale Sos. Poi più nulla.
Aldilà delle teorie complottiste, la verità è che le ipotesi delle ragioni dell’incidente diffuse fin dai primi minuti sono andate man mano scemando. L’idea che un guasto elettrico abbia reso inagibile l’aereo sembra da escludere del tutto, visto che l’Airbus A330 è uno degli aerei di linea più avanzati elettronicamente. Tra l’altro è dotato, oltre al sistema di volo “Fly-By-Wire” (volo tramite cavi elettrici), di tutta una serie di computer che sovrintendono anche alle comunicazioni, ai radar e alle condizioni ambientali di bordo. E poi gli Airbus hanno tre sistemi elettrici autonomi che entrano in funzione in sequenza se il primo presenta problemi. “Se si fosse trattato di una panne elettrica – si è affrettato a mettere in chiaro il responsabile dell’Air France a Rio de Janeiro – avrebbe avuto condizioni per tornare a Rio”.
C’è poi chi ha parlato di un potentissimo fulmine che avrebbe messo l’aereo ko. L’Airbus si trovava infatti in mezzo a una zona colpita da forti turbolenze, come conferma l’ultimo contatto radio con la torre di controllo. Secondo quanto spiega Tiago Rizzi, pilota di Airbus con 8mila ore di volo alle spalle, a cavallo dell’equatore le turbolenze sono normali e avvengono con frequenza. “Ma non è normale che il pilota non sia entrato in contatto con la torre di controllo per chiedere di poter salire o scendere per evitare la zona turbolenta”, ha aggiunto sottolineando che di norma quel tipo di aereo viaggia a una quota superiore a quella dove avvengono le turbolenze più intense. Il Folha de San Paulo ha lanciato la notizia che l’Airbus non si trovasse alla quota prevista dal piano di volo, ossia a
Poi c’è la questione del mancato ‘mayday’, la richiesta di soccorso. “Considerando una caduta in picchiata a una media di
Per gli esperti la mancata richiesta di soccorso dà spazio a due uniche possibilità: un errore del pilota (che avrebbe sottovalutato la situazione nonostante le 11.000 ore di volo del comandante di bordo e le 3.000 e 6.660 ore di esperienza dei due copiloti); o un evento improvviso e dirompente, come un’esplosione a bordo o un cedimento strutturale che ha provocato una depressurizzazione tale da mettere fuori uso il pilota e i due copiloti (la rarefazione istantanea dell’ossigeno e una temperatura esterna di -70 gradi li avrebbe paralizzati). L’esplosione potrebbe anche essere dovuta a un fulmine che ha colpito il serbatoio del combustibile – come avvenne nella tragedia aerea del 1996 quando nell’aereo della Twa precipitò dopo un’interferenza elettrica – ma gli esperti sottolineano che questa ipotesi non spiegherebbe la disintegrazione del velivolo in volo. Sarebbe da scartare anche il cedimento strutturale, come la rottura dei finestrini o di altre parti dell’aereo a causa di un difetto di costruzione, anche perché il velivolo era entrato in servizio nel 2005 e l’ultimo controllo tecnico risale a meno di due mesi fa.
Riemerge quindi la pista del terrorismo, “un’ipotesi che non possiamo scartare”, come ha dovuto ammettere il ministro della Difesa francese Hervé Morin. Secondo alcune fonti, gli 007 francesi dello Sdece avrebbero già attivato le loro fonti per testare ogni possibilità. A supportare tale ipotesi ci sarebbe anche l’allarme bomba a bordo di un volo di Air France da Buenos Aires a Parigi – poi rivelatosi falso – dello scorso 27 maggio, e la conferma della mancanza di efficienti controlli di sicurezza in Brasile: “È noto che all’aeroporto di Rio i controlli di sicurezza non sono affatto impeccabili”, afferma un pilota Air France riportato dal sito di Le Figaro. Poi ci sarebbero le indiscrezioni apparse sul quotidiano portoghese Jornal de Noticias, subito smentito dall’Aereonautica, che alcuni passeggeri avrebbero inviato ai parenti messaggi Sms di addio con il cellulare. Ma, d’altra parte, fino a oggi non c’è stata alcuna rivendicazione.
Il mistero dell’Airbus A330 non sarà risolto finché si riusciranno a trovare le scatole nere che hanno registrato gli ultimi minuti del volo AF447. Per la ricerca è stato persino messo in azione il Nautile, il minisottomarino che ha ritrovato il relitto del Titanic. Ma molti ritengono che sarà molto difficile recuperare le scatole a una profondità così elevata ma anche perché le scatole nere emettono segnali sonar solamente per trenta giorni dopo un incidente. Il conto alla rovescia è cominciato per trovare le ragioni di un mistero che potrebbe non risolversi mai.