Dell’Utri condannato per un reato che non è reato

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Dell’Utri condannato per un reato che non è reato

26 Marzo 2013

Purtroppo nel clima in cui stiamo vivendo, assediati dai "grilli" e dai rimestatori del giornalismo di fango, è quasi impossibile parlare di garantismo, sarebbe come avvistare un UFO. Se l’esercizio più alla moda ormai è diventato aspettare al varco i politici per controllare che non comprino le caramelle, figuriamoci provare a far ragionare il partito delle manette sul "concorso esterno in associazione mafiosa". Un reato non previsto dal Codice e frutto della interpretazione giurisprudenziale.

In un Paese dove si potesse discutere normalmente di giustizia, al riparo dalle monetine, giuristi e classe politica avrebbero già dovuto interrogarsi sul valore giuridico di un reato come il "concorso esterno", una eredità delle leggi speciali degli anni Ottanta per sconfiggere la mafia. Il "concorso" prevederebbe una qualche forma di "compartecipazione" di soggetti esterni in affari illeciti della criminalità, pur non facendo parte i soggetti stessi del sodalizio mafioso, ma favorendolo.

E’ però una norma giuridica piuttosto fumosa, una "anomalia" come la definì a suo tempo l’avvocato e ora sindaco di Milano Giuliano Pisapia. Un "non-reato" che non è contemplato dalla norma, di cui non si può stabilire con certezza la natura, la sua applicazione e i suoi limiti, che vengono definiti di volta in volta dalla interpretazione giurisprudenziale di alcune norme del Codice in materia di associazione mafiosa.

La Cassazione e la dottrina giuridica si sono chiesti come potesse il "concorso esterno" essere un reato se non è previsto dalla Legge. Una genericità che spinse Pisapia a dire che "si è generata una situazione di poca precisione che contrasta con il principio di certezza del nostro diritto". La domanda che bisognerebbe farsi è se davvero una categoria del genere può illuminare i rapporti tra mafiosi e colletti bianchi, senza incorrere in strumentalizzazioni politiche, errori metodologici e via discorrendo. Ma è come parlare arabo con il partito dei bastoni e dell’antipolitica.