‘Demagogistris’, fenomenologia del sindaco (falso) rivoluzionario

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‘Demagogistris’, fenomenologia del sindaco (falso) rivoluzionario

31 Maggio 2012

Poco più di sei mesi fa, su iniziativa di alcuni giovani professionisti partenopei, è nata la “Giunta Giovane” per Napoli. Un’esperienza politica che per la prima volta mi ha messo in contatto con le problematiche della mia città e del mio territorio. Un nuovo impegno che mi ha spinto ad interessarmi maggiormente a ciò che accade quotidianamente tra Palazzo San Giacomo e Via Verdi. In particolare, insieme ai miei “colleghi assessori”, guidati dall’intraprendente amico Tiberio Brunetti, ci siamo visti con cadenza settimanale, alla fine magari di lunghe giornate lavorative per tutti i partecipanti, per parlare e confrontarci su proposte da avanzare per la nostra città. Poi il giro per le municipalità di Napoli per presentare alla stampa quello che con fatica e buona volontà abbiamo studiato e pensato di proporre all’amministrazione comunale, tramite il sostegno continuo del capo dell’opposizione in consiglio comunale Gianni Lettieri.

Può sembrare il racconto di vita di alcuni giovani di trent’anni fa, riuniti nelle sezioni di partito, fulcro all’epoca della vita e della formazione politica di aspiranti amministratori. Ed invece no. E’ la realtà che si vive oggi a Napoli, espugnata solo un anno fa dall’ex pm Luigi De Magistris. La città dove il sindaco (è giusto riconoscerlo) è ancora molto amato e ben voluto. Proprio in questa città, mentre sul piano nazionale si consuma la peggiore crisi partitica della storia repubblicana italiana, abbiamo deciso di impegnarci per dare vita ad un’opposizione civile di giovani che si mettono in gioco, che sono fuori dalle logiche di partito ma che in piena libertà vogliono dare un contributo concreto alla rinascita di Napoli.

In quest’ottica ha preso poi consistenza nella mia mente l’idea di scrivere un istant book sulla figura del sindaco e sulla sua ascesa al potere. Qualcuno ha equivocato ed alcune semplificazioni giornalistiche hanno voluto far credere che si trattasse di un testo in cui viene condannato l’operato del sindaco in questo primo anno di attività. Analizzo, invece, in senso critico, la politica condotta dal leader della Rivoluzione Arancione. E’ stata un’idea che ho più volte abbandonato ma che poi ho ripreso con entusiasmo e portato a compimento.

Nell’organizzazione della prima presentazione, che si svolgerà oggi alle 18  al Grand Hotel Santa Lucia di Napoli, abbiamo voluto coinvolgere non solo il capo dell’opposizione Gianni Lettieri e il coordinatore del PdL Nittto Palma, ma anche l’ex Sindaco e l’ex governatore Antonio Bassolino. Anche questa è stata una scelta molto discussa dagli Internauti. Qualcuno si è chiesto: cosa c’entra Bassolino? Perché proprio lui?

Molto semplice: è un personaggio che è dentro la storia della nostra città, non può essere ignorato, né “cacciato fuori” dalla storia. Il sentimento di antipolitica che serpeggia in molto italiani, è così forte da scatenare vere e proprie manifestazioni di odio nei riguardi dei politici. Sono fermamente convinto che il confronto debba avvenire, invece, nel massimo rispetto delle altrui posizioni. Per noi di “Giovani in Giunta” sarà l’occasione per riflettere su cosa non ha funzionato in loro, e quello che pensiamo non abbia funzionato in questo primo anno in cui De Magistris ha occupato Palazzo San Giacomo.

Anche se alcuni dati autorevoli indicano Luigi De Magistris come uno dei sindaci più amati d’Italia, ci sono stati nel suo primo anno di attività seri campanelli d’allarme, ignorati dal suo entourage, che hanno chiaramente dimostrato le prime crepe di questo idillio tra i napoletani e il primo cittadino.

Ho cercato di ripercorrere sinteticamente, ma con precisione e dovizia di particolari, i passi falsi compiuti dal sindaco in questo primo anno, dalla questione rifiuti all’affaire Rossi, dal caso Vecchioni alla “falsa” rivoluzione arancione. Napoli oggi vive l’illusione di una rivoluzione che non ha prodotto ancora risultati significativi, anzi ha conosciuto la sua ennesima rappresentazione folkloristica, di cui De Magistris è stato abile e principale interprete. Il sindaco ha fatto un uso sistematico della demagogia non solo in campagna elettorale ma anche come inquilino di Palazzo San Giacomo, tanto da guadagnarsi l’appellativo di “Demagogistris”.

Così è nato il libro, e queste righe estratte dalla prefazione del senatore Gaetano Quagliariello sono una chiara ed esplicita sintesi di quello che io e i miei amici della “Giunta Giovane” stiamo facendo per Napoli: “Iovino ripercorre sia la fase del “sogno” con cui De Magistris ha conquistato Napoli sia quella del “risveglio”, giunto anche prima del previsto grazie a persone di buona volontà, soprattutto giovani, che tuttora continuano attivamente, con le proprie proposte, critiche, idee a costruire il nucleo dal quale potrebbe partire una vera alternativa”.

Ecco, questo siamo e vogliamo essere, con orgoglio ed un pizzico di ambizione: un’alternativa alla politica dei proclami e degli slogan di questo sindaco, avendo come monito le parole di don Luigi Sturzo: “E’ primo canone dell’arte politica, essere franco, promettere poco e mantenere quel poco che si è promesso”.