Dennis Hopper dagli hippie di “Easy Rider” ai neocon di “E-Ring”
30 Maggio 2010
Con ogni probabilità oggi leggeremo quintali di carta stampata sulla leggenda di Billy, il motociclista hippie di Easy Rider che finisce ammazzato sul ciglio di una strada di provincia, colpito a morte da un paio di buzzurri in canottiera con la doppietta fuori dal finestrino. Ieri infatti è morto Dennis Hopper, per un cancro alla prostata che ormai lo affliggeva da qualche anno. Di Easy Rider fu attore, regista e protagonista.
Uno degli antieroi del beat, della generazione perduta di James Dean, figlio di un agente dell’OSS ma sceso in marcia con tutti i movimenti americani del dopoguerra, da Martin Luther King a Selma a chi si opponeva alla Guerra in Vietnam. Ma quando quella spinta rivoluzionaria finì per confondersi con il disfattismo liberal degli anni Settanta, nel crepuscolo dei Democratici, Hopper comprese che il vento della rivoluzione in America stava cambiando direzione e scelse di seguirlo passando dall’altra parte.
“Non ho mai creduto che Reagan fosse un buon attore o che avesse grandi capacità oratorie come Presidente”, ha detto l’attore qualche anno fa, "ma l’idea che riuscisse a cambiare le cose mi spinse a votare per lui", un altro caso di ribelle attratto dal movimento conservatore degli anni Ottanta. “L’idea di avere un governo che si intromette meno nelle mie questioni private, l’idea di avere più libertà individuale,” aggiunse in quella occasione Hopper, “è qualcosa che mi piace. Ho iniziato a crederci. Poi ho iniziato a votare. Ho votato per Reagan e da allora ho votato ogni volta per il ticket repubblicano”.
Certo, l’Huffington Post ha subito ricordato che alle ultime elezioni l’attore non ha resistito al fascino di Obama, ma ci piacerebbe ricordare anche qualche altra delle sue prove artistiche – forse meno celebri delle consuete, ma indicativa di come la pensasse ultimamente. An American Carol (2004), per esempio, è una parodia che sbeffeggia senza troppi complimenti il comico Michael Moore, tenuta in sordina dagli Studios ma pompata al massimo dai blogger della National Review. Oppure il granitico Colonnello Eli McNulty, ex Berretto Verde passato al Pentagono, ufficiale di collegamento con il Joint Chiefs of Staff della Casa Bianca. Ecco, se oggi volete onorare interamente la memoria del grande attore americano, dopo aver rivisto commossi l’ultima scena di Easy Rider, date un’occhiata anche a una puntata di “E-Ring”, il military drama prodotto da Jerry Bruckheimer. “Da Easy Rider a E-Ring, potrebbe essere questo il titolo della mia autobiografia… E’ una lunga strada”.