Depenalizzazioni, dalla cannabis alla guida senza patente
16 Gennaio 2016
di redazione
Autorizzazione alla coltivazione della cannabis terapeutica, ma anche nuove soglie di non punibilità per i datori che non versano i contributi. Sono alcune novità del decreto sulle depenalizzazioni approvato in Consiglio dei ministri. Tra i casi che saranno depenalizzati, con ammenda pecuniaria, rientra anche la fattispecie di chi è trovato, per la prima volta, alla guida senza patente o con patente non in regola. In questo caso è prevista una sanzione tra i 5mila e i 30mila euro. La depenalizzazione è stata approvata dal Consiglio dei ministri su proposta del ministro della Giustizia Andrea Orlando e vuole trasformare alcuni reati in illeciti amministrativi, con l’obiettivo di deflazionare il sistema penale, sostanziale e processuale, e "per rendere più effettiva la sanzione".
"Sono depenalizzati tutti i reati per i quali è prevista la sola pena della multa o dell’ammenda previsti al di fuori del codice penale e una serie di reati presenti invece nel codice penale", si legge in una nota diffusa del Consiglio dei ministri. "Rimangono dentro il sistema penale ed esclusi dal provvedimento i reati che pur prevedendo la sola pena della multa o dell’ammenda attengono alla normativa sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, ambiente territorio e paesaggio, sicurezza pubblica, giochi d’azzardo e scommesse, armi, elezioni e finanziamento ai partiti".
Secondo il presidente delle Camere Penali, i decreti sulle depenalizzazioni "vanno nella giusta direzione", ma "non basta: non risolvono certo i problemi della giustizia né il sovraccarico degli uffici giudiziari". "Servono riforme organiche – aggiunge il rappresentante dei penalisti – non parcellizzate. Quando si parla di giustizia non bisogna cedere né a demagogie né ad emergenze". L’interpretazione di fondo però viene considerata corretta, "si cerca di evitare che tutto diventi penale. Ora verrà ridotto il lavoro di alcuni uffici giudiziari e certo le sanzioni amministrative in alcuni casi sono piu’ utili di quelle penali". Ma "bisogna rivedere il codice penale, ormai molto vecchio: diverse Commissioni hanno presentato lavori anche molto buoni su questo tema, ma poi non se ne e’ fatto niente. E intervenire sui tempi dl processo, legati spesso alla lunghezza delle indagini".