Depressione. L’antidoto prevede ricaricare le pile del cervello
18 Marzo 2009
di redazione
Se il cervello fosse come una pila e la depressione una «batteria» da ricaricare, ecco come la corrente combatte la malattia.
Partendo da questo banalissimo presupposto alcuni ricercatori dell’ Ospedale Maggiore di Milano in collaborazione con la Clinica Villa Santa Chiara di Verona hanno provato a sperimentare “elettrico e bizzarro” trattamento su alcuni pazienti resistenti ai farmaci con risultati sorprendenti.
Gli specialisti hanno applicato due elettrodi sulla fronte dei pazienti, collegandoli ad uno stimolatore elettrico gestito da un computer.
Il dispositivo, che rilascia una corrente elettrica continua a bassa intensità, è stato testato su 14 pazienti (di cui 13 donne) gravemente depressi e sui quali i farmaci non avevano sortito alcun effetto. «I pazienti – dicono i ricercatori – sono stati sottoposti alla tecnica due volte al giorno per cinque giorni consecutivi, riportando un marcato miglioramento già dopo cinque giorni, che si manteneva per diverse settimane».
La tecnica potrebbe essere usata su coloro che soffrono delle forme più gravi di depressione, circa il 30% dei 5 milioni di italiani colpiti, e «seppure lo studio sia ancora preliminare e su un piccolo numero di individui, i risultati indicherebbero una nuova possibilità per il trattamento della depressione grave farmaco-resistente». I ricercatori sono già al lavoro per estendere questi primi risultati preliminari: