Deutsche Bank, per il Financial Times la Bce ha favorito il colosso bancario per calmare i mercati
11 Ottobre 2016
Deutsche Bank ha goduto di un “trattamento speciale” in occasione degli ultimi stress test della Bce. Una accusa chiara che arriva direttamente dal Financial Time, secondo cui i risultati relativi al primo istituto tedesco (che è finito tra i dodici più deboli dell’Eurozona ma comunque promosso) sono “stati rafforzati con speciali concessioni concordate dal supervisore Bce”.
Secondo il quotidiano a Deutsche Bank è stato consentito di includere nel capitale i 4 miliardi di dollari di ricavi attesi dalla vendita della sua quota nella banca cinese Hua Xia, operazione che, però, a fine 2015non era ancora stata conclusa e non lo è tuttora. Senza quella transazione il Common equity tier 1 (Cet 1), cioè il rapporto tra capitale ordinario versato e le attività ponderate per il rischio, sarebbe sceso al 7,4% contro il 7,8% emerso a luglio.
“Il risultato migliore ha contribuito a rassicurare gli investitori, sempre più preoccupati circa la solidità finanziaria della banca tedesca”, ci tiene a puntualizzare il giornale della City. Il trattamento di favore riservato al colosso tedesco lascia “perplessi, è inevitabile ora che gli osservatori di mercato siano sospettosi e abbiano dubbi sulla veridicità dei risultati”, ha detto al quotidiano Chris Wheeler, analista di Atlantic Equities.
Se vera l’accusa, sarebbe evidente la disparità di trattamento rispetto al modo in cui la banca centrale guidata da Mario Draghi si è comportata con la spagnola CaixaBank, che lo scorso marzo aveva completato la cessione di attivi per 2,65 miliardi a Criteria Holding, ma si era vista negare la possibilità di tenere conto dell’impatto positivo della transazione sui propri conti. L’accusa inoltre pare destinata a rendere più saldi i sospetti di una Germania che gode sempre di un occhio benevolo sulle sue banche.
Ad ogni modo la situazione della banca sistemica più importante in Europa è altamente critica. I mercati nutrono dubbi sulla sua capacità di superare il momento difficile attuale, visto anche lo stato precario delle sue finanze e la scarsa capitalizzazione della banca.
I problemi si sono aggravati a metà settembre quando è stato annunciato l’ammontare della multa per le operazioni effettuate sui mutui in Usa dalla banca tedesca: 14 miliardi di dollari, l’ammenda più alta della storia mai comminata a un istituto di credito straniero. Ma la caduta a picco dei titoli era iniziata ben prima, a inizio 2015. Oggi a Francoforte la performance è positiva dello 0,4% (a 12,54 euro), ma il valore è più che dimezzato rispetto un anno fa: a fine ottobre 2015 i titoli valevano 27,61 euro.