Di fronte alla crisi e alle richieste dell’Ue, Rajoy fa tagli per 65 mld

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Di fronte alla crisi e alle richieste dell’Ue, Rajoy fa tagli per 65 mld

Di fronte alla crisi e alle richieste dell’Ue, Rajoy fa tagli per 65 mld

11 Luglio 2012

“Alla fine il governo di Sua Maestà el Rey de España cedette”. Sembra una frase uscita da una cronaca romanzata del ‘siglo espanol’, il secolo spagnolo, il XVI° secolo, quando la Spagna regnava su un bel pezzo delle terre emerse di questo pianeta. Purtroppo si tratta solo di amara cronaca odierna.

Il governo di Madrid, presieduto dal leader popolare Mariano Rajoy, ha annunciato oggi di fronte al Congreso, la camera dei deputati spagnola, un pacchetto di tagli alla spesa pubblica e d’aumenti fiscali sull’economia spagnola.

L’annuncio pubblico giunge dopo l’accordo pattuito due giorni fa in occasione dell’Euro Working Group – passato alle cronache come Eurogruppo ovvero il consiglio dei ministri dell’economia dei paesi dell’eurozona – sul piano di aiuti europei da 128 miliardi di euro che gli organismi europei offriranno alle banche iberiche bisognose di ricapitalizzazione e di cui la prima fetta da 30 miliardi sarà sbloccata già a partire da fine Luglio.

Madrid tenta così di reperire risorse per andare a remunerare la quasi certa diminuzione del gettito fiscale che la prevista contrazione del Pil e l’aumento della disoccupazione sull’anno in corso procurerà all’erario spagnolo, a cui si aggiungono i maggiori costi d’emissione dei titoli di debito sovrano.

In tutto sono dieci le misure assunte annunciate dal governo Rajoy e presumibilmente elaborate dal ministro dell’economia Luis de Guindos. In primis vi sarà un aumento dell’Iva generale dal 18% al 21% e un aumento dell’Iva ridotta dall’8% al 10%, così come è previsto un aumento delle imposte sulle esternalità ambientali delle imprese inquinanti.

E ancora: soppressione delle deduzioni per l’acquisto di abitazioni a partire dal 2013,e  della tredicesima per funzionari pubblici accanto a una diminuzione dei giorni feriali per gli alti burocrati. Riduzione dell’indennità di disoccupazione a partire dal settimo mese di ricerca del lavoro. Aumento dell’età di pensionamento, così come diminuzione del 30% del numero dei consiglieri comunali.

Inoltre Madrid ha annunciato tagli per 600 milioni di euro sui bilanci dei ministeri centrali, così come un abbassamento del 20% dei finanziamenti pubblici a partiti e sindacati. In tutto si tratta di aggiustamenti che faranno risparmiare alle casse del Regno di Spagna ben 65 miliardi di euro in due anni e mezzo.

Misure che vengono annunciate nonostante la proroga di rientro sul deficit di bilancio centrale, in base ai parametri di Maastricht del 3% annuo, che l’Eurogruppo, alla cui presidenza è stato bizzarramente riconfermato Jean – Claude Junker, ha concesso al governo spagnolo all’inizio di questa settimana.

Nel frattempo si attende la firma dell’accordo per l’accesso da parte delle banche spagnole ai 128 miliardi di euro che avverrà a Bruxelles il prossimo 20 Luglio. Varie bozze dell’accordo sono state ‘mandate’ a quotidiani come El Paìs e il Wall Street Journal.

Secondo quanto riportato da questi due giornali, il livello di controllo che le autorità europee potranno esercitare non solo sul governo di Madrid, ma anche sulle autorità monetarie centrali spagnole, notoriamente la Banca di Spagna, sarà grande. Tra poco meno di dieci giorni sapremo di che morte morirà la sovranità del governo del Rey Juan Carlos. 

Questo mentre i fondamentali macroeconomici iberici continuano a mostrare dati preoccupanti: disoccupazione al 25%, (con una disoccupazione giovanile oltre il 50%) e una contrazione del Pil prevista per il 2012 del 1,7%, secondo quanto riportato dal primo ministro spagnolo Mariano Rajoy.