Di Maio, i conti e lo scaricabarile

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Di Maio, i conti e lo scaricabarile

07 Giugno 2019

Il rischio di una procedura di infrazione per deficit eccessivo che la Commissione europea ha chiesto di aprire contro l’Italia, per Luigi Di Maio riguarda “il debito prodotto dal PD”.
Non voglio fare il difensore del PD e non mi sento di giustificare in nessun modo le politiche messe in atto dai dem in questi ultimi anni ma quanto affermato dal Vice presidente del Consiglio dimostra tutta la sua impreparazione in campo economico.
Innanzi tutto perché una semplice lettura dei documenti inviati da Bruxelles dimostra che gli anni a cui si fa riferimento sono il 2018, il 2019 e il 2020.
Il rapporto tra debito e Pil purtroppo continuerà ad aumentare e questo è frutto di una serie di interventi di politica economica totalmente errati.
Ma andiamo con ordine, il Governo appena insediato nel 2018 ereditava una crescita del Pil nel 2017 pari all’1,6% ed anche nei mesi successivi, in mancanza di un governo con pieni poteri e quindi non in grado di legiferare, l’Italia continuava a crescere lasciando ai nuovi inquilini di palazzo Chigi l’acquolina in bocca sulle manovre da attuare non appena insediati.
Si è partiti subito con una serie di misure che non hanno fatto altro che ingrandire la spesa pubblica: dall’aumento delle assunzioni nella pubblica amministrazione (uno dei cavalli di battaglia del Ministro Buongiorno), alla revisione del sistema pensionistico (Quota 100), fino ad arrivare a misure di totale approccio assistenzialista come il reddito di cittadinanza.
La storia del 2,4% e del drink dal balcone di Palazzo Chigi se la ricordano tutti e se non fosse stato per il Ministro Tria che ha cercato di correre ai ripari nei giorni successivi in questo preciso istante l’Italia avrebbe già assistito all’avvio di una procedura di infrazione.
Scaricare le responsabilità sui governi passati è sempre stato un mantra della politica italiana ma in questo caso è sotto gli occhi di tutti che il peggioramento dei conti pubblici ha avuto un’accelerazione radicale dopo l’ultima legge di bilancio in cui, non solo si è fatta una manovra totalmente in deficit, ma le misure adottate (che anche qualche keynesiano avrebbe giustificato se fossero state fatte in funzione di un rilancio infrastrutturale o economico) hanno avuto un approccio totalmente assistenziale e privo di qualsiasi prospettiva di crescita economica.
Pensiamo al reddito di cittadinanza ed alle misure collaterali come l’assunzione dei navigator o il potenziamento dei centri per l’impiego che al contrario andrebbero aboliti lasciando libera iniziativa solo alle agenzie private in grado di reggersi autonomamente sul mercato a seconda della domanda.
Il mondo dei sogni raccontato dal Ministro è costato agli italiani più di 10 miliardi di euro in un anno e continuerà a costare fino a quando non ci si renderà definitivamente conto dell’assoluta in appropriatezza di questa misura in un momento in cui il nostro paese avrebbe necessariamente bisogno di due cose: la prima fare in modo che chi produce continui a farlo e la seconda ritrovare le condizioni per produrre ricchezza.
Qualsiasi Governo che non abbia presente queste due prospettive sarà destinato a fallire ed invece di dare nuove opportunità alle giovani generazioni, le consegnerà alla mediocrità, alla rassegnazione, ad abbandonare il proprio paese e le proprie radici per cercare fortuna altrove.
Per cui caro Ministro, la smetta di scaricare le responsabilità del fallimento delle politiche economiche del governo sugli altri e si concentri su altre priorità: revisione totale del sistema previdenziale attraverso l’apertura ad un sistema a capitalizzazione sul modello cileno, riforma delle pensioni che abbia nella “sostenibilità”, cioè il pareggio tendenziale fra la spesa pensionistica e il gettito contributivo il suo punto cardine, riforma della concorrenza nel settore dei servizi alla persona ancora in mano allo Stato in molti settori chiave dell’economia.
Un bellissimo discorso di Ronald Reagan del 1964 a sostegno della candidatura di Berry Goldwater alla presidenza degli Stati Uniti d’America in uno dei suoi passaggi recita: ” Vi sono troppe persone che, quando vedono un uomo grasso accanto a uno magro, pensano che il primo abbia acquisito la sua prosperità necessariamente ai danni del secondo. Ecco allora che sperano di risolvere il problema dell’indigenza tramite l’intervento dello Stato e di programmi governativi”.
Questo è quello che è avvenuto in Italia grazie ai governi di sinistra e che si è amplificato in questi ultimi anni grazie al Movimento 5 Stelle: fare dell’intraprendenza del prossimo, della creatività, della capacità di autodeterminarsi un problema e non un’opportunità di crescita. L’astio sociale ha portato ad una guerra tra poveri in cui a vincere sarà solo quel leviatano chiamato Stato.

*Presidente di Rete Liberale