
Di nuovo un milione in piazza per il Family Day

21 Giugno 2015
La manifestazione di oggi a Piazza San Giovanni è stata innanzitutto un grande successo: una piazza bella e colorata, stracolma di tante famiglie nonostante la convocazione di meno di venti giorni fa, e stavolta, a differenza del Family Day del 2007, senza la CEI alle spalle.
L’obiettivo del Comitato “Difendiamo i nostri figli” era quello di protestare per l’invasività di tutto quello che va sotto l’espressione “teoria gender”, cioè l’idea che l’essere uomo o donna non sia una caratteristica identitaria per ciascuno di noi, ma solamente fisica, come la corporatura e il colore degli occhi, qualcosa che si può modificare, per esempio tramite la chirurgia, o che si può ignorare: se mi “sento” donna, anche se ho organi sessuali maschili, “sono” donna. Si tratta di un orientamento culturale funzionale all’accettazione del matrimonio omosessuale o forme simili.
Se il nucleo trainante della piazza è stato indubbiamente quello del movimento dei neocatecumenali, intorno si sono aggregati in tanti, tra gruppi e formazioni vecchi e nuovi – dalla Manif pour Tous ad Alleanza Cattolica, passando per Le Sentinelle e per la grande galassia pro-life, e poi parrocchie, gruppi di famiglie e di amici senza particolari connotazioni, così come tanti appartenenti a associazioni e movimenti tiepidi o addirittura contrari all’iniziativa, che hanno partecipato comunque a titolo personale. E anche politici, aderenti al neonato “Comitato parlamentare per la famiglia”: fra gli altri, per AP, Roccella, Sacconi, Quagliariello, Giovanardi, Formigoni, Pagano, Binetti, Lupi, Marinello, Calabrò, Buttiglione, che si sono trovati insieme a Palmieri e Malan di Forza Italia, e Gigli di PI, mentre non sono stati avvistati leghisti o aderenti a Fratelli d’Italia.
Una manifestazione riuscita perché il tema è sentito; perché c’è allarme per la pressione fortissima della “teoria gender”; perché per mesi nel territorio si sono moltiplicati incontri grandi e piccoli in cui si sono affrontati gli argomenti a tema oggi; perché in parlamento, dopo che si è riusciti a fermare la legge sull’omofobia, si discute la legge Cirinnà, con cui si introdurrebbero unioni civili simil matrimoniali, che comprendono anche forme di adozione per le coppie omosessuali.
Questa manifestazione segna un punto di non ritorno per tanti aspetti: nel mondo cattolico, dove per la prima volta una iniziativa pubblica di questo peso non ha avuto il supporto ufficiale della CEI, ma è stata fortemente voluta dalla base, che ha risposto in massa. Tutti quelli che hanno voluto prendere le distanze avranno molte domande da farsi, nei prossimi giorni, sul rischio di irrilevanza e sull’isolamento in cui si sono confinati.
Un punto di non ritorno anche per la politica italiana, che ha visto oggi una piazza riempita da una parte della società civile che di solito non usa manifestare, che è silenziosa anche quando è maggioranza, ma che oggi si è dimostrata platealmente stanca di non essere presa in considerazione.