Di Pietro show alla Camera sulla Sanità, accuse contro Balduzzi e Iorio
29 Marzo 2012
Quando c’è da fare facile demagogia l’argomento più gettonato è quello della sanità. Se poi c’è da mettere in campo del populismo a buon mercato, ecco allora che sale in cattedra l’onorevole Antonio Di Pietro, leader dell’Italia dei valori. Dando “lezioni” di dubbio gusto. L’ultimo esempio di politica forcaiola lo ha dato ieri durante il question time alla Camera dei deputati, quando ha “interrogato” il ministro della Salute, Renato Balduzzi, sulla gestione della sanità in Molise.
Parole durissime quelle usate dall’ex magistrato di Mani pulite nel chiedere la rimozione del presidente della Regione, Michele Iorio, dall’incarico di commissario straordinario. Tra l’altro, nella sua “arringa” il presidente dell’Idv ha infatti tirato in ballo una serie di argomenti che nulla hanno a che vedere con il commissariamento della sanità, tra cui alcune indagini che riguardano il governatore del Molise. Il primo a rispondere è stato proprio il titolare del ministero: ”Come Di Pietro sa benissimo – si legge su un’agenzia battuta dall’Asca – i fatti addotti non sono rilevanti ai fini dell’applicazione della procedura prevista dal vigente ordinamento per quanto riguarda le regioni sottoposte a piano di rientro e le conseguenze di un inadempimento da parte del presidente della Regione nominato commissario ad acta rispetto agli obblighi del piano”. Ma questo era solo l’antipasto.
Di Pietro ha dato il meglio di sé quando il ministro ha detto che la pagella a Iorio la darà la settimana prossima. La replica del leader dell’Italia dei valori si commenta da sé: "Lo avevamo chiesto già il primo febbraio del 2012 e voi – ha urlato Di Pietro in aula – ci avete risposto di volergli dare un’altra possibilità. Il governatore del Molise è plurindagato e voi, continuando a rimandare la decisione, state diventando suoi complici e conniventi. Ministro, lei ha detto che il 3 aprile vuole effettuare un’ulteriore verifica, ma noi il 4 aprile saremo di nuovo qui. Alla Procura della Repubblica ci andiamo io e lei, ma lei ci deve andare come complice".
Queste esternazioni non sono andate giù al coordinatore regionale molisano del Popolo della libertà, Ulisse Di Giacomo: "C’è da restare sconcertati di fronte alla violenza intollerabile delle affermazioni fatte in un’aula parlamentare dall’ onorevole Di Pietro, tanto più insopportabili perché riferite senza possibilità di contraddittorio da parte della persona offesa. E si resta allibiti di fronte a chi, in un’aula che avrebbe necessità di prestigio e di decoro istituzionale, si rivolge a un ministro della Repubblica con la minaccia di portarlo in tribunale. È lo scadimento delle istituzioni – ha aggiunto il senatore del Pdl – di fronte al quale si giustifica persino il risentimento e l’ insofferenza dei cittadini. All’onorevole Di Pietro dico solo che se vuole governare il Molise e amministrare qualche ente locale, sarebbe il caso che cominciasse a vincere qualche elezione, a partire dal suo comune, Montenero di Bisaccia".
Neanche a Iorio, naturalmente, le esternazioni di Antonio Di Pietro sono piaciute. In una nota indirizzata al ministro Balduzzi, il presidente della Regione ha voluto chiarire un paio di concetti: da un lato, oltre a ricordare che i molisani gli hanno dato fiducia per la terza volta, ha voluto fare delle precisazioni sulle sue vicende giudiziarie; dall’altro ha difeso il piano di rientro sanitario. “Dopo 30 anni di attività politica – ha scritto Iorio – ho subito una condanna di primo grado in relazione a una vicenda che sicuramente troverà la giusta valutazione in appello, dove sarà dimostrata la mia completa estraneità a qualsiasi tipo di abuso. Circa le altre richieste menzionate nell’interrogazione, mi preme evidenziare che esse sono tutte originate da specifiche denunce che le opposizioni, e quindi anche il partito dell’onorevole Di Pietro, hanno rivolto alla magistratura, trasformando la normale e proficua dialettica politica in una vera e propria guerra giudiziaria. Anche a tal proposito sono certo di poter dimostrare la mia correttezza nella gestione della cosa pubblica e la mia estraneità ai reati contestati. Anzi, auspico un celere pronunciamento della magistratura, nella quale ripongo tutta la mia fiducia, per ripristinare un corretto esercizio del confronto politico”.
Detto questo, il presidente della Regione è andato al nocciolo della questione, spiegando che si stanno facendo concreti passi in avanti verso il risanamento della sanità. I costi sono stati ridotti. E intende dimostrarlo con i fatti, proprio il 3 aprile, quando dovrà presentarsi al tavolo tecnico nazionale. La sanità in Molise va verso una riforma sostanziale – attualmente al vaglio dell’apposita commissione in Regione – che si pone l’obiettivo di tagliare gli sprechi e di razionalizzare le spese, offrendo al tempo stesso servizi efficienti al cittadino. Alcune proposte innovative – come ad esempio delle possibili intese con alcune strutture private d’eccellenza – hanno già sollevato le proteste della minoranza. Forse perché a loro piace lasciare le cose così come stanno. O, forse, perché quando si è all’opposizione è facile far credere che si può avere anche luna. Altrimenti che demagogia sarebbe?