Di Risio prende altro tempo: il futuro di Termini Imerese è appeso a un filo
05 Giugno 2012
“Saranno valutate soluzioni alternative alla Dr Motor”. Le parole pronunciate dall’ad di Invitalia, Domenico Arcuri, al termine dell’ennesimo incontro infruttuoso al ministero dello Sviluppo economico, suonano come una bocciatura per Massimo Di Risio. Ieri il patron della Dr motor era atteso a Roma con una soluzione ai suoi problemi finanziari, pre condizione per lo sblocco della situazione Termini Imerese. Invece ha chiesto altri giorni di tempo, come uno studente che arriva impreparato il giorno dell’interrogazione già concordata con il professore.
Un altro “bonus” in verità lo ha ottenuto: il tavolo tecnico è stato aggiornato al 20 giugno. Ma il prezzo da pagare è alto: il Governo, stanco di aspettare, ha deciso di guardarsi intorno. Prendendo in considerazione vecchie e nuove proposte. Se una di queste sarà ritenuta convincente, l’imprenditore molisano potrà dire addio per sempre al sogno di ingrandirsi attraverso l’acquisizione dell’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese.
La fumata nera ha irritato i sindacati e rafforzato le convinzioni di coloro che sin dal primo momento hanno accolto con un certo scetticismo il piano industriale concepito dalla casa automobilistica di Macchia d’Isernia. Lapidario il parere Maurizio Landini, segretario della Fiom: “Per Dr il tempo è scaduto. Non c’è più tempo da perdere. Ai lavoratori servono risposte precise. La soluzione va trovata dalle parti, da Fiat e dal Governo. A Termini è ancora possibile fare nuove vetture perché si possono trovare imprese in grado di farlo e la Fiat deve favorire questo processo”. “È inammissibile concedere altro tempo alla Dr Motor per capire se è in grado rilevare la ex Fiat di Termini Imerese”, gli ha fatto eco il segretario provinciale di Palermo del sindacato dei metalmeccanici della Cgil, Roberto Mastrosimone. Né è stato tenero il responsabile del lavoro e welfare dell’Italia dei Valori, Maurizio Zipponi: “Sin dall’inizio – ha detto – l’Idv ha denunciato la scarsa credibilità della proposta finanziaria e industriale della Dr Motor, segnalando anche alla Procura della Repubblica una serie di vicende che riguardano l`imprenditore molisano. Chiediamo, quindi, al Governo di farsi garante di una soluzione credibile, prendendo atto dell’inconsistenza del progetto industriale di Di Risio e delle garanzie finanziarie”.
Anche il presidente della Regione Sicilia, Raffaele Lombardo, sembra aver perso ogni speranza. Eppure, fino a qualche tempo fa era uno dei più convinti sostenitori del progetto di rilancio firmato dall’industriale molisano. Ora le cose sono cambiate. Anche lui, dopo l’ultimatum lanciato la settimana scorsa, pare essersi spazientito: “L’incontro (al ministero, ndr) è stato interlocutorio, i giorni a disposizione di Di Risio scadono il 20 giugno e quindi attendiamo. Nel frattempo, però, se ci sono tedeschi, americani, indiani o cinesi non c’è dubbio che li solleciteremo”. Un messaggio chiaro. Da ora in poi la Dr Motor non potrà più bluffare. Anzi, forse non avrà più neanche il tempo di farlo.
Eppure Massimo Di Risio è convinto di farcela a uscire dall’impasse. È convinto che la soluzione sia a portata di mano. Quel partner pronto a sostenere un progetto con 15 milioni di euro freschi (utili per far fronte alla situazione debitoria che ha indispettito le banche che dovevano concedere i prestiti) a suo avviso c’è eccome. Non è un fantasma, come ha ironizzato più di qualcuno. Serve però un po’ di tempo in più per chiudere la trattativa: “La soluzione – ha detto Massimo Di Risio al termine della riunione – in realtà c’è. Il partner c’è, dobbiamo solo concretizzare la trattativa. Condividiamo la scelta del Governo che ha iniziato una nuova fase di ricerca di possibili alternative, ma ci ha anche concesso la possibilità di rientrare in corsa. Noi abbiamo chiesto una proroga di 15 giorni e siamo molto fiduciosi che in questo lasso di tempo troveremo una soluzione". Al “fatto.it” ha poi dichiarato: “Sono vicino ai lavoratori siciliani, speriamo di risolvere il problema entro dieci giorni”, mentre non ha dato garanzie sulla tenuta del progetto: “Garantire – ha concluso Di Risio – è difficile in questo momento, sono convinto di riuscirci, garantirlo è cosa ben diversa”.
L’unica nota positiva dell’incontro le rassicurazioni date dal Governo agli esodati. L’accordo firmato a dicembre da questo punto di vista resta intatto: 640 lavoratori dovrebbero poter contare sullo “scivolo” per arrivare alla pensione. Ma i sindacati restano comunque preoccupati: a fine anno scadrà la cassa integrazione. Senza il rilancio dello stabilimento termitano, gli operai rischiano di restare anche senza ammortizzatori sociali. Oltre che senza lavoro. Che è poi la cosa che fa più male. Certo è che quel cauto ottimismo all’indomani del via libera dato alla Dr oggi si è nuovamente trasformato in un incubo. A dicembre la Fiat ha chiuso a chiave lo stabilimento e non s’è più vista. In fabbrica si aggira solo il fantasma di quel presunto partner di cui parla Di Risio, ma che ad oggi nessuno ha ancora visto.
L’ultimo tavolo tecnico apre dunque inquietanti interrogativi: a questo punto avrà davvero un futuro Termini Imerese? Ma soprattutto: ci sono davvero delle soluzioni alternative? Bmw e Hyundai hanno già detto di non avere interesse a investire in Sicilia, mentre i vecchi pretendenti se non hanno convinto qualche mese fa, difficilmente potranno farlo ora. Salvo ripresentarsi con qualche novità sostanziale. E un grande punto interrogativo aleggia anche sullo stabilimento di Macchia d’Isernia della Dr Motor Company: nel caso in cui dovesse saltare l’accordo per Termini Imerese, il presunto partner sarà ancora interessato a investire ingenti capitali nell’azienda automobilistica molisana? La risposta appare scontata. Nel frattempo si percepisce forte il disagio dei lavoratori della fabbrica di Macchia d’Isernia: ancora in attesa di diverse mensilità arretrate, vedono il loro futuro appeso a un filo. Un filo sottilissimo.