Di Sandro (Fdi): “NO alla fusione del Molise con Marche e Abruzzo”

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Di Sandro (Fdi): “NO alla fusione del Molise con Marche e Abruzzo”

08 Maggio 2013

Il primo no ufficiale alla proposta avanzata dall’On. Paolo Tancredi (Pdl) di fondere Marche, Abruzzo e Molise in una sola Regione Medio Adriatica, rilanciata dal Presidente della Giunta abruzzese, Gianni Chiodi, arriva dall’ex assessore alla Sanità del Molise, Filoteo di Sandro, Fratelli D’Italia.

"La nostra regione, tra le più piccole d’Italia è vero, si caratterizza per avere una storia, delle tradizioni, un patrimonio artistico e culturale talmente peculiare da essere già di per sé sufficiente a giustificare le ragioni della sua necessaria sopravvivenza".

"Se a questo di aggiunge che gran parte del nostro tessuto economico e sociale è variamente legato all’esistenza di servizi sul territorio – prosegue Di Sandro – non è difficile comprendere che impatto negativo potrebbe avere una fusione con delle realtà decisamente diverse dalla nostra. Il ruolo che ci toccherebbe potrebbe solo essere quello della ‘periferia’ con tutti gli annessi svantaggi del caso”.

Così Di Sandro, che però va in controtendenza rispetto a un sondaggio del giornale on line molisano Primonumero.it, in cui l’87 per cento dei lettori ha detto di preferire la Regione Medio Adriatica alla “Moldaunia”.

Probabilmente Di Sandro è stato così netto anche per colpa della stampa, se è vero che molti giornali hanno parlato di un “disegno di legge” che a quanto risulta non è mai stato depositato dall’on. Tancredi. Al contrario, proprio sulle pagine dell’Occidentale, l’onorevole del Pdl ha spiegato la delicatezza e la complessità di una modifica dei confini regionali, determinata dalla necessità di una legge di riforma costituzionale.

Di Sandro fa due ordini di osservazioni, una condivisibile l’altra meno.

La prima osservazione è che  bisogna rispettare il particolarismo sociale e culturale, le tradizioni delle popolazioni e della geografia locale. Ecco perché, aggiungiamo noi, prima di discutere di riforma dell’articolo 131 bisogna dialogare con le popolazioni abruzzesi, marchigiane, molisane, per verificare se c’è una mobilitazione popolare intorno alla proposta di accorpamento.

“Anche questi aspetti andrebbero analizzati e ripensati in modo più moderno, aggiornando le scienze storiche e sociali incaricate di approfondire i cambiamenti” della nostra mappa regionale, ha scritto Tancredi, ripercorrendo la storia del regionalismo italiano tra le sue luci e ombre.

L’altra osservazione di Di Sandro riguarda i servizi e il timore che, fatta la fusione, l’Abruzzo diventerebbe la periferia della nuova Regione Medio Adriatica. In realtà la controsservazione da fare in questo caso riguarda proprio la Sanità. La prima voce di spesa dei bilanci pubblici regionali.

Nel 2008 la spesa procapite nella sanità in Molise era di 2.800 euro (il terzo posto in Italia, nonostante l’estensione geografica ridotta della Regione), a fronte dei 1.700 delle Marche. L’Abruzzo, da parte sua, negli ultimi anni ha saputo ridurre la spesa e sanare il deficit.

Quanto diventerebbe più facile per la Regione Medio Adriatica rispettare i costi standard come hanno saputo fare le virtuose Marche?