“Diario di una schiappa” è la luce che mancava sulla pre-adolescenza

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“Diario di una schiappa” è la luce che mancava sulla pre-adolescenza

18 Agosto 2011

Diario di una schiappa best-seller dell’editoria per ragazzi. Cinquanta milioni di copie vendute in 37 Paesi del mondo – 300mila solo in Italia – e tradotto in 35 lingue, un vero fenomeno per l’editoria dei ragazzi. E’ pieno di umorismo e intelligenza. Non commerciale e lontano da banali conformismi. L’autore della serie di libri è Jeff Kinney che ha inventato lo sfigatissimo ragazzino sul finire degli anni ’90, pubblicando le sue avventure prima sul blog e poi su carta stampata.

Non poteva non trasformarsi in un film, anzi due, in rapida successione a ridosso del Giffoni Film Festival. Due simpatiche e surreali pellicole. Il secondo film sarà nelle sale il prossimo weekend. In America sono già usciti. Il film è diretto da Thor Freudenthal. Il protagonista Greg è un undicenne sfigato impaurito di andare nella scuola media che si rivelerà un incubo poiché popolata da bulli e da ragazzine che ti considerano poco più di un idiota e troppo piccolo per loro.

In questa scuola accadono episodi dove l’umiliazione per i più deboli è all’ordine del giorno, mentre per i più forti c’è grande ammirazione. Il nostro protagonista diviene ancora più antipatico di quanto non lo sia nel libro. Farebbe qualunque cosa per conquistare la popolarità, anche rinnegare l’amico del cuore. Non c’è un’immagine addolcita del protagonista, anzi il sentimento che permea tutto il film è la cattiveria. I bulli non sono messi all’angolo né vincono i buoni. La vita alle medie è dura e non ci si salva.

Anche la vita familiare del protagonista è triste e rappresentata in modo ironico ed esilarante. Non c’è amore tra i fratelli, lui, Greg, quello di mezzo si ritrova ad avere un fratello grande che è strafigo ed uno piccolo, rompiscatole e adorato dai genitori. La problematica del figlio di mezzo, da manuale. Nessun buonismo rischiara l’aria del film neanche con gli amici; infatti Greg neanche con loro trova benessere, considerazione o aiuto per esaudire i suoi sogni di gloria. Li vive male e con imbarazzo, sono un peso per lui.

C’è una trasposizione filmica molto riuscita. I sogni di Greg di diventare un idolo non vengono esauditi e la scuola si rivela un disastro. Tutto è raccontato con un umorismo fatto di eccessi e cinico. Poco sentimentalismo. Si rivolge ai ragazzi di quella fascia di età per cui il cinema fa molto poco. Infatti mentre per gli adolescenti il cinema è più prodigo per la fascia 11/ 14 lo è molto meno.

Il film riporta un po’ i drammi della scuola media, scuola non facile. Rappresenta una fascia di età complessa nella quale i ragazzi hanno mille difficoltà. Lasciare il mondo più semplice e più protetto dell’infanzia e trovarsi nella preadolescenza spesso riserva molte sorprese. E’bene quindi che un film parli di questa età non facile e della scuola media. Difficilmente esse sono rappresentate nei film, escluso un classico del cinema come “Fuga dalla scuola media” di Solondz.

Un film per preadolescenti ma anche per adulti che possono così riflettere sulle difficoltà che incontrano i propri figli. Magari li possono aiutare a credere di più in se stessi e a costruire una buona autostima che li può aiutare a crescere senza farsi sopraffare. Cercare di resistere alla tentazione di adeguarsi rinnegando se stessi e non divenire vittime di bulli o bulli è una bella sfida a quell’età.