«Dico No a una riforma usata come arma di lotta politica»
16 Agosto 2016
Con l’intervista a Vivarelli Colonna, sindaco di Grosseto, diamo il via a una serie di conversazioni con gli amministratori locali che in tutta Italia hanno aderito ai comitati civici del ‘No che serve’, schierandosi con il fronte che si oppone alla riforma Renzi, in attesa di conoscere la data del referendum costituzionale.
Perché la componente civica dell’area alternativa a Renzi dovrebbe impegnarsi nella campagna referendaria per il No?
«Perché la Costituzione appartiene a tutti, è la carta fondamentale che ispira le regole della convivenza civile, è la pietra angolare su cui si regge l’architettura delle nostre istituzioni. La riforma costituzionale non è una riforma come tutte le altre: dovrebbe essere qualcosa in cui la nazione possa riconoscersi, non qualcosa di lacerante. Trovo impensabile che se ne disinteressi chi ha scelto di mettere la propria passione civica al servizio della comunità in cui vive».
Come giudica il comportamento tenuto dal governo?
«Credo che il mio giudizio sia implicito nella risposta precedente. Il governo Renzi si è assunto la grave responsabilità di aver spaccato il Paese proprio su ciò che più di ogni altra cosa dovrebbe unire la comunità nazionale. La riforma è mal scritta, mal congegnata e rischia di creare molti più problemi di quelli che si prefigge di risolvere, ma più di ogni altra valutazione pesa il fatto che la si sia voluta utilizzare come arma di lotta politica per legittimare il proprio potere contingente e liquidare gli avversari. Non è a questo che dovrebbe servire una Costituzione».
Lei, da sindaco, sa bene quanto sia importante la coesione delle comunità. Non teme che la campagna referendaria possa ridursi solo a uno scontro rusticano?
«Come sindaco farò in modo che a Grosseto abbiano cittadinanza tutte le posizioni e che anzi i grossetani possano formarsi un’opinione proprio attraverso il libero confronto. Ciò non toglie che io abbia le mie idee, molto chiare e nette. Farò la mia parte nella campagna referendaria e ho già aderito alla rete di comitati civici del ‘No che serve’, insieme ad altri cittadini che ogni giorno si battono per cambiare le proprie città e contribuire a cambiare il nostro Paese».
(Intervista a cura di Elena de Giorgio)