Dieci arresti tra gli anarchici, spunta “una matrice condivisa” con i greci

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Dieci arresti tra gli anarchici, spunta “una matrice condivisa” con i greci

13 Giugno 2012

L’operazione antiterrorismo “Ardire” è scattata stamattina, alle prime luci dell’alba. Un blitz condotto dai Carabinieri del Ros in tutta Italia, che ha portato all’arresto di dieci membri della Federazione anarchica informale (Fai) e del Fronte rivoluzionario internazionale (Fri), accusati di associazione con finalità di terrorismo e di eversione. I dieci sono sospettati di aver preso parte a diversi attentati di matrice terroristica:  quello del 2009 alla Bocconi, al Cie di Gradisca d’Isonzo, al dg di Equitalia a Roma, e in ambito internazionale alla Deutsche Bank di Francoforte e all’ambasciata greca di Parigi nel 2011.

Perquisite dagli agenti del nucleo operativo dei Ros quaranta abitazioni, mentre proseguono le indagini su altri 24 anarco-insurrezionalisti tra cui figurano sei greci, appartenenti alla Cospirazione delle Cellule di Fuoco (Ccf). Secondo quanto dichiarato dal comandante dei Ros Giampaolo Ganzer, gli arrestati condividerebbero il simbolo, utilizzato nei volantini di rivendicazione degli attentati del 2011, e la stessa “matrice organizzativa”. E’ possibile anche l’esistenza di una connessione con la cellula che gambizzò Roberto Adinolfi, ad di Ansaldo Nucleare, il 7 Maggio scorso a Genova.

Ma “la vera novità dell’inchiesta”, per Ganzer, “è la saldatura tra gruppi greci e italiani”. Tra i sei membri della Ccf figura Olga Ikonomidou, attualmente agli arresti in Grecia, ispiratrice del gruppo anarchico che ha rivendicato l’attentato ad Adinolfi, secondo quanto riportato in un volantino inviato alla redazione del Corriere della Sera.

Tra le motivazioni dell’attentato, il fatto che Roberto Adinolfi fosse uno “stregone dell’atomo”, un difensore dell’energia nucleare anche dopo quanto successo a Fukushima. In apertura del volantino di rivendicazione, erano riportate le parole pronunciate dall’ad di Ansaldo Nucleare nel corso di un’intervista: “In Giappone si sono registrati oltre diecimila morti, ma neppure uno finora è dovuto a incidenti nucleari”.

Resta tuttavia un collegamento ancora superficiale, e l’attentato del 7 Maggio “è oggetto di una distinta indagine della procura di Genova”, riprendendo le parole di Ganzer, che conclude affermando che “non c’è allo stato alcuna contestazione in merito agli indagati odierni”. Ancora aperta, dunque, la caccia all’uomo che sparò ad Adinolfi e al suo complice in scooter che ne permise la fuga. Una caccia che si prefigge, tra l’altro, di impedire agli anarchici del gruppo Fai di realizzare quanto scritto nel volantino di rivendicazione: “almeno otto” azioni violente, una per ogni membro del Ccf detenuto in Grecia.