Dieci gocce di Valium per sconfiggere ISIS
26 Luglio 2016
Si sta affermando in questi giorni una nuova, preoccupante forma di razzismo: secondo i media europei, a cui spesso si accodano governanti e politici, fra i rifugiati musulmani di prima, seconda e terza generazione ci sono altissimi tassi di problemi mentali. A leggere la stampa pare ci sia una sindrome che si sta diffondendo in tutta Europa, indistintamente: depressi e disturbati vengono individuati in Germania, Francia, Belgio, fra giovani e meno giovani.
Sembrano davvero molti, quelli convinti di trovarsi davanti a una nuova emergenza sanitaria, che colpirebbe etnie ben specifiche, e soprattutto riguarderebbe solo persone di fede musulmana. Razzisti due volte, i nostri opinionisti: verso i musulmani, che soffrirebbero di una massiccia tendenza ai problemi psichici, e verso i disabili mentali, i soli, secondo loro, che possano concepire atti di terrorismo, stragi, aggressioni isolate.
A questo problema si aggiunge quello di un uso compulsivo di personal computer e wifi. Pare infatti che i disturbi aumentino vertiginosamente collegandosi in rete. Alcuni commentatori osservano che mentre noi occidentali cerchiamo i Pokemon, altri cercano asce, camion, bombe, ma pure semplici coltelli, per far fuori gli infedeli. Mentre sto scrivendo leggo l’ultimo caso, in Francia: un prete di 86 anni sgozzato dentro la sua chiesa in un paesino della Normandia insieme a un fedele che assisteva alla messa mattutina, il tutto ad opera di due che pare siano entrati inneggiando al Daesh.
Naturalmente Repubblica nel sottotitolo si premura di spiegarci che gli attentatori erano “forse con problemi mentali”. Tutto, pur di non dire la semplice verità, cioè che l’Islam radicale ci ha dichiarato guerra, e chiama a raccolta non solo gruppi, ma anche cani sciolti, come nella migliore tradizione della “fatwa”. Ma noi possiamo stare tranquilli, perché abbiamo un’arma infallibile: contro l’Isis ci armeremo di Valium.