Difendere Kyenge dai razzisti senza crocifiggere la Lega Nord

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Difendere Kyenge dai razzisti senza crocifiggere la Lega Nord

02 Maggio 2013

Bene ha fatto il governo italiano a prendere provvedimenti su quei siti di estrema destra che avevano volgarmente offeso il neo ministro per l’integrazione del Pd, Cecile Kyenge. Ma attenzione a non cadere dalla prevenzione della xenofobia al politically correct.

Il ministro dello Sport, Josefa Idem, ha aperto una indagine sui siti razzisti che avevano attaccato la "prima ministra nera" in Italia, un medico originario del Congo divenuta cittadina italiana. Kyenge, eletta deputato alla Camera don i Democratici, è stata nominata ministro provocando una sorpresa negli schemi e nel totonomine previsto dai giornali nelle settimane precedenti alla formazione del governo. E’ una delle sette donne del nuovo esecutivo di Enrico Letta.

Dopo la sua nomina, sui siti dell’estrema destra italiana sono apparti insulti inqualificabili contro il ministro, definita "Scimmia del Congo", "Zulù", "Negra anti-italiana" e altri epiteti razzisti che non mancano mai all’alfabeto dell’intolleranza in Italia e in Europa. Adesso i siti in questione rischiano di venire chiusi dalla polizia per "istigazione all’odio razziale".

Ma leggendo giornali stranieri come l’inglese Guardian, sempre un po’ troppo impegnati ad alzare il ditino accusatorio contro l’Italia senza guardare ai mali della madrepatria britannica, non c’è molta differenza tra i siti dell’odio e la Lega Nord, che il giornale ricorda essere una forza politica legata al partito di Silvio Berlusconi.

Il parallelo fatto dal Guardian viene associato alle improvvide dichiarazioni di Mario Borghezio, l’europarlamentare che ha definito l’esecutivo Letta "il governo del Bonga Bonga" dicendo che il ministro Kyege vuole "imporre tradizioni tribali" all’Italia, e beccandosi subito dopo una reprimenda dal Presidente della Camera, Laura Boldrini ("volgarità razziste").

Detto questo e prese le distanze dall’ultradestra, sarebbe meglio che sulle questioni della immigrazione non si cadesse dalla prevenzione in un eccesso di zelo politicamente corretto. In Italia infatti non esiste solo la visione della integrazione proposta dal Partito Democratico. Nè la questione della cittadinanza sembra ai primi posti nell’agenda dell’emergenza stilata dal nuovo Governo. Il Guardian avrebbe fatto meglio a riportare le dichiarazioni del segretario della Lega Nord, Maroni, e di Matteo Salvini, che dimostrano come ci sia una differenza sostanziale tra l’odio razzista e la contrapposizione politica, quella lecita e speriamo non biasimevole.

Maroni infatti da dichiarato che "A me piace il ministro della integrazione, non sono negativo e non abbiamo nessun problema con lei. Non mi piacciono le cose che ha detto sullo Ius soli e sulla cancellazione della Bossi-Fini". Più pesante il segretario della Lega Nord lombarda, Matteo Salvini, "Siamo pronti a fare opposizione totale al ministro, simbolo di una sinistra buonista e ipocrita, che vorrebbe cancellare il reato di clandestinità". Riassumere il punto di vista della Lega Nord negli improperi di Borghezio come fa il Guardian non è un buon servizio reso al giornalismo anglosassone.