Difendo la scuola del centrodestra nonostante Calderoli

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Difendo la scuola del centrodestra nonostante Calderoli

19 Ottobre 2007

Una seria politica scolastica si ispira a un insieme coerente di valori di riferimento e a una visione chiara e trasparente della società. Questo è quanto nella passata legislatura aveva cercato di fare, pur con alcuni errori e mancanze, il governo di centrodestra. Il ministro Fioroni dopo aver dichiarato di voler smontare la riforma Moratti per omaggio ideologico alla sua maggioranza, ne ha poi conservato l’impianto complessivo.

 

Prendiamo per esempio i cosiddetti programmi scolastici. Tutti i giornali italiani titolavano in prima pagina il 5 settembre che finalmente grazie a Fioroni ritornava la grammatica nelle scuole italiane. Peccato che alcuni di quegli stessi giornali con (quasi) eguale enfasi titolassero il 9 novembre del 2002 che grazie ad An ritornava uno studio più serio di grammatica, sintassi e analisi logica nelle Indicazioni nazionali, dopo anni di spontaneismo espressivo! E peccato che mentre con Moratti si doveva imparare a leggere e a scrivere entro la prima elementare, con Fioroni ciò potrà accadere entro la seconda! 

 

Che dire poi dell’innalzamento a 16 anni dell’obbligo scolastico attuato da Fioroni, che tuttavia… si potrà spendere pure nei corsi di formazione professionale! Quale sarebbe dunque la differenza rispetto al diritto/dovere di istruzione o formazione fino a 18 anni della Moratti? Quanto poi al tempo pieno: premesso che rimango dell’opinione che non è con due insegnanti in classe che si migliora il rendimento degli alunni, la riforma Fioroni deve avvenire “senza nuovi o maggiori oneri”, a invarianza di organici. Siccome le classi a 40 ore esistevano anche con Moratti mentre la compresenza presuppone un aumento degli insegnanti, è evidente che non vi è nessuna evoluzione concreta.

 

Quanto alla maturità: le statistiche dimostrano che una maggiore selezione è derivata quest’anno dalla reintroduzione degli scrutini di ammissione, peraltro tolti da Berlinguer, reintrodotti da Moratti nel decreto sulle superiori abrogato da Fioroni, e infine ripristinati da Fioroni. I tre commissari esterni hanno invece solo comportato un 25% di rinunce e dunque la necessità di sostituzioni con docenti precari di minore esperienza.

 

La valutazione delle scuole, già avviata da Moratti, era stata bloccata da Fioroni e poi reintrodotta grazie a un emendamento dell’opposizione.

 

Veniamo infine ai debiti. Anche qui sui giornali si è letto che con Fioroni finalmente si sconteranno i debiti. Mi permetto di osservare che il sistema contenuto nella riforma Moratti era probabilmente più serio. Intanto chiariamo che i debiti che non si pagano mai erano stati introdotti da Berlinguer; con Moratti si era previsto (fra l’altro su proposta di AN) che nei casi più gravi lo studente poteva essere bocciato già al termine dell’anno, e comunque era tenuto a saldare tutti i suoi debiti entro l’anno successivo. Fioroni dopo aver abrogato la riforma, si limita ora a prevedere un diverso modo di scontare i debiti, dando un mese e mezzo di tempo al ragazzo per saldarli entro agosto. Fra l’altro con Moratti si prevedeva che per essere ammessi all’ultimo anno dei licei occorreva aver saldato tutte le insufficienze, con Fioroni si consente al consiglio di classe di ammettere anche chi abbia ancora alcune lacune.

 

Tutto questo senza considerare che nella legge 53 si prevedeva che dall’istruzione professionale non si potesse accedere direttamente all’università, ora anche chi studia da cuoco potrà iscriversi a medicina. Con la legge 53 il voto di condotta faceva media, ora non più. Con la Moratti per essere promossi occorreva aver frequentato almeno i 3/4 delle lezioni, proprio per scoraggiare occupazioni scolastiche e fenomeni affini, tutto questo non vi è%3Cspan style=”FONT-FAMILY: “Arial”,”sans-serif””> più. Infine con la riforma Moratti si prevedeva un nuovo modello di reclutamento, particolarmente selettivo, che presupponeva un numero programmato di accesso al biennio di specializzazione universitaria, tirocinio e albi regionali, con Fioroni non è ben chiaro se si voglia ritornare ai vecchi mega concorsi nazionali, da centinaia di migliaia di concorrenti.

 

Vi è infine un tema su cui An ha fatto una proposta di legge molto semplice e concreta: si diano gli aumenti, anche consistenti, a quegli insegnanti che se li meritano, e si consenta di accedere alla carriera dirigenziale solo a quei docenti che hanno superato precedenti valutazioni meritocratiche.

 

Spiace, piuttosto, che la apparente controriforma Fioroni non sia avvenuta quasi mai in un trasparente dibattito parlamentare, ma quasi sempre per decreto e nelle sale stampa. Capisco che a qualche commentatore ciò potrà non interessare, ma se ci fosse stato un dibattito nei luoghi appropriati quanto meno certi giornali non avrebbero forse scritto che il lassismo è di destra e la serietà di Fioroni, salvo che non si sia abituati a scrivere senza prima informarsi.

 

Sen. Giuseppe Valditara, responsabile scuola AN