![Difesa ragionata del Superbonus, della crescita e degli investimenti nell’edilizia](https://loccidentale.it/wp-content/uploads/c730c17e-5d5d-44bb-936e-eab7ef0fb284.jpg)
Difesa ragionata del Superbonus, della crescita e degli investimenti nell’edilizia
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12 Maggio 2022
di Tiziano Rugi
La discussione del governo sul Superbonus al 110% andrebbe inserita in un discorso più ampio, che non riguarda solo l’Italia. La differente prospettiva aiuterebbe a capire come i timori di Draghi sulla misura di incentivo all’edilizia non siano del tutto fondati. Non è il Superbonus la causa principale della bolla speculativa nel mercato immobiliare perché “toglie l’incentivo a trattare sul prezzo”, come ha detto il presidente del Consiglio, visto che l’aumento dei prezzi è un fatto non solo italiano ed è molto più evidente in altre nazioni, in particolare del mondo anglosassone.
Nonostante gli shock nei mercati finanziari degli ultimi anni e lo spettro di una recessione globale, a giudicare dall’andamento del mercato immobiliare, sembrerebbe, infatti, ben altro lo stato di salute delle economie più sviluppate. Le case, soprattutto negli Usa e nel Regno Unito, si vendono veloci come mai e la corsa dei prezzi non accenna a rallentare. Dal 2019 al 2021 +31,2% negli Usa, +17,5% in Gran Bretagna, +22% in Germania. L’Italia, invece, con il +5,6% occupa la penultima posizione tra le nazioni più ricche in Europa.
Il Superbonus al 110% va modificato ma è utile
È difficile, quindi, individuare il “colpevole” dell’inflazione nel mercato immobiliare italiano esclusivamente nel Superbonus al 110%. Si tratta di un fenomeno globale e le ragioni principali sono altre. I cambiamenti nelle abitudini di vita durante la pandemia, i rincari dei prezzi delle materie prime e, soprattutto, dieci anni di tassi di interesse molto bassi che hanno incentivato a chiedere prestiti. Il 10,3% degli italiani ha un’ipoteca sulla casa. Addirittura il 43,3% degli svedesi e il 48,8% degli olandesi.
Il Superbonus avrà pure tutta una serie di problemi da correggere: non è progressivo, non è sostenibile sul lungo periodo perché aumenta il debito e “droga” l’economia. Più in generale, a essere dannosa è la politica dei bonus a pioggia dei Cinque Stelle. Ma non si combatte partendo da una misura che incentiva l’edilizia, uno dei motori dell’economia italiana. Oltre a contribuire in maniera sensibile alla lotta ai cambiamenti climatici. In Europa gli edifici sono responsabili del 40 per cento del consumo energetico e del 36 per cento delle emissioni di gas serra.
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