Difficile fidarsi di giudici da anno zero
06 Ottobre 2007
di Nicolò Zanon
Di fronte a trasmissioni televisive come “anno zero” di giovedì sera, non è più questione di schieramenti partitici, ma di civiltà o inciviltà giudiziaria di un Paese. Non sembra proprio che ci sia da rallegrarsi se qualche magistrato d’assalto attacca ora Mastella e Prodi. E non ha vista lunga né memoria chi si augura che ora il circuito mediatico-giudiziario trituri vittime nel centro-sinistra, magari gustando il sapore sottile della vendetta. Il punto è un altro: erano davvero magistrati, quelli di cui si parlava l’altra sera in TV, quelli che intervenivano a ruota libera sulle proprie inchieste e sui propri processi, circondati da platee inneggianti?
Il magistrato, dice la Costituzione, è indipendente e imparziale. La legge aggiunge che egli esercita le sue funzioni con correttezza, riserbo ed equilibrio. Quelli di cui abbiamo avuto notizia giovedì sera sembravano piuttosto degli arruffa-popolo, sciatti nel linguaggio e nello stile: chi potrebbe aver reale fiducia nelle loro doti di imparzialità ed equilibrio, se mai dovesse esser fatto oggetto delle loro attenzioni?
Il rispetto dei ruoli istituzionali e il necessario riserbo sembrano non avere più alcun significato per questi nuovi eroi da blog “grillesco