Dijsselbloem alla Grecia: si prepari a nuove misure di austerità
23 Aprile 2016
Nello scontro tra l’Italia e la Germania, i ministri delle Finanze dell’Unione Europea, ieri, si sono spaccati sulla possibilità di introdurre un tetto all’esposizione delle banche ai titoli di Stato. Il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, al termine della prima sessione dell’Ecofin informale ad Amsterdam ha voluto spiegare: «Alcuni ministri hanno sottolineato l’importanza di farlo a livello internazionale, se non globale. Altri hanno detto che nella zona euro ci sono ragioni per andare avanti separatamente».
Dal suo punto di vista, infatti, «c’è un forte legame» tra lo schema europeo di garanzia dei depositi che serve a completare l’unione bancaria e la riduzione del rischio sovrano per il settore bancario. Ma «non è una questione che sarà risolta in una notte. Ci vorrà tempo». Il governatore di Bankitalia, invece: «Non mi pare ci sia una posizione comune. Prima di cambiare il sistema attuale bisogna approfondire e enfatizzare che tra il 2011 e oggi molto è stato fatto sul piano regolamentare». Spiegano, poi, fonti del Tesoro, che, per l’Italia «il no al tetto dei titoli di Stato è perentorio e incondizionato».
La Germania è in prima linea nel braccio di ferro sull’esposizione delle banche al rischio sovrano. Berlino minaccia di bloccare l’adozione dello schema europeo di garanzia dei depositi, che la Bce, la Commissione e altri paesi chiedono a gran voce per completare l’unione bancaria e mettersi al riparto dal pericolo di una nuova crisi nel settore finanziario. Ma anche il tradizionale fronte dell’austerità è spaccato. «Dobbiamo assicurarci che qualsiasi soluzione non limiterà l’accesso ai mercati in temi di difficoltà», ha detto lo slovacco Peter Kazimir.
Il vicepresidente della Bce, Vitor Constancio, ha detto che «le misure di riduzione dei rischi hanno un impatto sulla politica monetaria». Assegnare un rischio al debito sovrano comporterebbe un riprezzamento di tutti i titoli con il pericolo di destabilizzare il sistema finanziario. Sul trattamento prudenziale del debito pubblico «dobbiamo prestare particolarmente attenzione alla stabilità finanziaria», ha avvertito il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis.
Nel frattempo, l’Eurogruppo ha fatto un passo verso un accordo con la Grecia per sbloccare nuovi aiuti e concedere uno sconto sul debito. Ma i creditori europei e l’Fmi esigono garanzie dal governo Tsipras. Oltre a misure per un ammontare del 3% del Pil già previste nel programma di salvataggio, Atene dovrà adottare un altro «pacchetto di contingenza» del 2% del Pil da far scattare automaticamente se non saranno raggiunti gli obiettivi di avanzo primario (3,5% entro il 2018). Fmi e Eurogruppo non si fidano. Dijsselbloem ha comunque ricevuto mandato per preparare le diverse opzioni sulla ristrutturazione del debito.
Se Atene accetterà di adottare le misure di austerità preventiva, ad un accordo si potrebbe arrivare. Le ultime dichiarazione di Tsakalotos, però, parlano chiaro: «Nella legislazione greca non è possibile approvare delle misure di contingenza».