Dilemma futurista: giornata importante o vergognosa?
04 Febbraio 2011
di redazione
Per i futuristi quella di ieri è stata una “giornata importante”. Il megafono del Capo suona così: abbiamo bloccato il federalismo e votato compattamente a sostegno dell’inchiesta dei magistrati milanesi. Parole e musica di Fabio Granata che si spinge a scomodare perfino il suo ex leader Giorgio Almirante che a suo dire dovrebbe “rivoltarsi nella tomba” per aver visto tanti “vecchi amici della Destra politica italiana, cresciuti nei comuni valori della militanza a difesa della legalità e oggi ridotti ad acclamanti e irriducibili sostenitori dell’impunità del premier”.
Il disappunto del leader storico del Msi, dunque, per il pasdaran finiano vale per gli ex compagni di partito che hanno osato scegliere Berlusconi a Fini e non, invece, per la giravolta, il doppio salto mortale, il triplo carpiato dei seguaci del presidente della Camera che sono stati eletti grazie a una scheda elettorale con il nome ‘Berlusconi’ e un anno dopo se ne sono andati perché quel leader e quel partito – il Pdl – faceva schifo, era il male assoluto.
Evidentemente, la coerenza del ‘maestro’ (Almirante) non è la stessa degli allievi (i finiani). Ma in quanto a paradossi , nel campo futurista c’è da fare un gran raccolto. Perché mentre l’impavido Granata pronunciava ai cronisti queste frasi, il collega di banco e di partito Enzo Raisi sentenziava contrito su Facebook pochi minuti dopo il pronunciamento della Camera sul Rubygate: “Oggi mi vergogno di essere un deputato”. Delle due l’una: o Raisi e Granata non si intendono, oppure il pensiero futurista è talmente aperto e rivolto agli orizzonti infiniti del tempo che verrà da tenere insieme in un’unica marmellata tutto e il contrario di tutto.
Ma il dilemma resta: per i futuristi è stata una giornata importante o un giorno di cui vergognarsi? Temiamo che siano buone entrambe le versioni: giornata importante di cui si dovrebbero vergognare.