
Dio, patria e famiglia: ora Putin incide la sua Costituzione

07 Marzo 2020
Putin è sempre stato accusato delle sue scarse – o nulle – aperture liberali al mondo occidentale nel campo dei diritti civili, soprattutto in quell’ampio mondo riassunto dalla sigla LGBT(…). Oggi sembra voler seriamente avanzare un passo molto più esplicito proponendo la revisione della Costituzione russa per introdurre un pacchetto di modifiche diverse – ma organiche – a difesa dell’identità russa così come concepita dal Presidente, nonché, probabilmente, dal popolo russo.
La Russia è una democrazia recente (Boris Eltsin fu eletto presidente nel 1991), e sembra non voler accogliere quelle istanze tipicamente occidentali di ammodernamento, di apertura alle libertà civili, che scuotono alcune nazioni (come la nostra), mentre ricevono consenso quasi unanime in altre, soprattutto al nord. Putin era entrato in un argomento ormai famoso in Italia, sulla questione di “genitore 1” e “genitore 2”.
L’intento del suo emendamento è il rigetto completo di tutte le ipotesi, come aveva già assicurato: con lui non ci sarebbe mai stata alcuna apertura verso le coppie omosessuali o alla fluidità di genere, con questo pacchetto di proposte sarà esplicitato in costituzione che il matrimonio è previsto solo per le coppie etero. Appare quindi evidente la marcia spedita di stretta collaborazione, o allineamento, alla Chiesa Ortodossa.
Il resto del pacchetto, come dicevamo, è tutto inerente ad una meccanica di conservazione, che non accoglie affatto bene i valori liberali della società occidentali, e si spinge anche ad introdurre un riferimento esplicito alla Fede in Dio, come sembra intendere il presidente della Duma Vyacheslav Volodin. Un’altra rilevante innovazione è il riferimento alla nazione russa come attrice principale della storia di quella che oggi è una confederazione vastissima e, ricordiamo, multietnica, a cui il Presidente vuole assegnare il ruolo di forgiatrice della Russia odierna.
Altre modifiche rilevanti riguarderebbero il territorio, che non sarebbe passibile di alcuna cessione, in riferimento alla crisi ucraina, e ai poteri della camera bassa, la Duma di Stato, per l’elezione del Presidente del Consiglio. Tutte queste modifiche richiederanno un processo di più letture, che termineranno di nuovo a Putin stesso, ma è verosimile che con la sua schiacciante maggioranza nel Parlamento, verranno approvate così come proposte e segneranno una cesura netta col mondo occidentale.