Dipietristi con l’ossessione del Cav.

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Dipietristi con l’ossessione del Cav.

19 Maggio 2011

Ci ha fatto riflettere l’immagine, evocata ieri dal Mattino, di un Berlusconi afflitto dalla sindrome di Moretti che, indeciso se partecipare o meno alla campagna elettorale per i ballottaggi, si chiede se sia meglio andare alla festa oppure non andarci affatto, come ragionava il regista romano in Ecce Bombo.

Quella del quotidiano napoletano è stata una visione confermata anche dalle dichiarazioni di Luigi Li Gotti, Italia dei valori, che ieri ha detto che "la necessità di scegliere la scomparsa addirittura fisica, oltre che vocale, del presidente del Consiglio, nel dubbio tra il ritenere se apparire sia meglio dello sparire, è veramente un paradosso della democrazia". Secondo il senatore dipietrista gli "strateghi della comunicazione del centrodestra" starebbero facendo di tutto per convincerlo a non farsi vedere in giro, trattandolo cioè come il "parente impresentabile" che a ogni apparizione pubblica rischia di far danno. Non pago Li Gotti si è chiesto se quest’assenza non stia trasformando la nostra democrazia nell’inizio di una "Caporetto", ipotizzando dunque una divisione ormai insanabile all’interno della maggioranza.

Ma come? Secondo Di Pietro il premier, quando sale sul predellino, appare in televisione o fa i suoi comizi, usa l’immagine per abbindolare gli elettori; per Li Gotti, invece, la sua scomparsa fisica e vocale è un male per la democrazia. Sembra, piuttosto, che una nuova Caporetto stia iniziando proprio nel partito dell’ex pm: un partito tanto diviso (e tanto ossessionato dal Cavaliere) che non sa più se sta meglio senza Berlusconi o con Berlusconi.