Direzione Pd: nuova puntata della Grande Fiction Referendaria

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Direzione Pd: nuova puntata della Grande Fiction Referendaria

11 Ottobre 2016

Renzi è disposto a tutto pur di rimontare lo svantaggio nei sondaggi al referendum e dopo aver fatto qualche promessa riscaldata agli elettori di centrodestra, ieri, in direzione, si è alzato il sipario sulla nuova fiction referendaria a uso e consumo degli elettori Pd.

Una fiction, non si potrebbe definire altrimenti, la trovata renziana sulla fantomatica “delegazione” del partito, aperta ai membri della minoranza interna, che dovrebbe recarsi in avanscoperta a tastare il polso delle altre forze politiche sulle modifiche alla legge elettorale. Il “combinato disposto” tra Italicum e riforma diventato merce di scambio per strappare qualche Sì, dentro il partito e fuori. 

Vedete, sembra suggerire Renzi ai suoi elettori, io ce la sto mettendo tutta per tenere unito il partito, sono anche pronto a cambiare la legge che tutta Europa ci invidia(va), ma poi loro (la sinistra Pd) sanno solo dire no, no e no. Insomma altro che “apertura” ai dissidenti, quella di ieri è stata una “non proposta”, un bel fico secco offerto ai malpancisti del partito. 

Renzi, infatti, con la sua solita spregiudicatezza, con una mano dà e con l’altra toglie, visto che il premier ha ripetuto un concetto preciso: qualsiasi modifica all’Italicum si farà dopo il referendum. E dopo, se vinceremo, ragionano i renziani, con l’opposizione interna sbaragliata, non si faranno prigionieri. 

Questo, in cuor loro, i vari Cuperlo e Speranza lo sanno: così il primo, Cuperlo, non dice né “sì” né “no” alla proposta, e lascia la direzione con un “ni”. L’altro, Speranza, sembra apparentemente più determinato quando ricorda che voterà No al referendum se l’Italicum non cambia prima del voto. Ma la telenovela, in ogni caso, non piace neanche un po’ a chi fa opposizione in parlamento.

“Renzi è allo sbando totale,” commentano i 5 Stelle, “pur di cercare di tenere buoni i sempre più numerosi esponenti ed elettori Pd che voteranno No al referendum, apre alla possibilità di modificare l’Italicum”. 

Per Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia, “Renzi ha messo tre volte la fiducia sulla legge elettorale e adesso come un venditore di pentole dice ‘offro’ e rimette in discussione tutto. Si sta spaccando il partito del premier, Renzi ha spaccato il Paese e sta sfasciando anche il suo Pd”. Per Brunetta semplicemente il Pd “non esiste più”.

Dice Roberto Calderoli, senatore della Lega e vicepresidente a Palazzo Madama: “se il segretario del mio partito avesse detto e si fosse comportato come ha fatto Renzi oggi, schiaffeggiando i suoi interlocutori, e promettendo il tutto ‘a babbo morto’, mi sarei alzato e me ne sarei andato, resistendo alla forte tentazione di prenderlo a pomodorate”.

E il senatore Gaetano Quagliariello attacca: “Renzi ha spaccato tutto, dal suo partito fino al Paese, ha registrato sul piano della coesione nazionale il suo più grande fallimento. Il fatto che proprio lui venga a parlare di visioni e divisioni è dunque il massimo del paradosso”. “Ma del resto”, conclude il presidente di Idea, “se quanti oggi appoggiano il governo e le sue posizioni arrivano ad accusare i sostenitori del No di voler mantenere poltrone e privilegi evidentemente ai paradossi di qui al 4 dicembre dovremo farci l’abitudine”.

Dunque si alza il sipario. La nuova grande sceneggiata referendaria per convincere gli indecisi Pd è iniziata e Renzi continuerà a fare teatro fino al 4 dicembre, potendo contare anche sulla copertura della stampa, ormai perfettamente allineata. Del resto, se qualcuno si illude che Renzi cambierà la legge elettorale dopo il referendum, beh, tenga conto che il premier ha già un compagno di strada fidato per farlo, il senatore Verdini.