Diritti Mediaset, documento Pdl difende Berlusconi. “Processo assurdo”
19 Luglio 2013
di redazione
Il "documento politico" del Pdl sul processo ‘diritti Mediaset’ definisce l’intera vicenda un "assurdo", contestando ai giudici di Milano le due sentenze di Cassazione che avevano giudicato Berlusconi "assolutamente estraneo" ai fatti contestati. "Il processo sui diritti Mediaset è basato su una ipotesi accusatoria così assurda e risibile che in presenza di giudici non totalmente appiattiti sull’accusa e ‘super partes’, sarebbe finito ancor prima di iniziare, con grande risparmio di tempo per i magistrati e di denaro per i contribuenti", dicono i pidiellini, che accusano la procura di aver sprecato 20 milioni di euro per il processo, tra consulenze, rogatorie e atti processuali. Il documento si sofferma in particolare sulla figura di Frank Agrama, imprenditore americano che "operava e opera nel settore dei diritti da 40 anni". "Agrama," spiega il report, "grazie ai suoi rapporti di amicizia con il Presidente della Paramount, Bruce Gordon, godeva di una sorta di esclusiva per la vendita dei prodotti Paramount sui mercati europei ed otteneva dalla stessa Paramount prezzi e condizioni particolarmente favorevoli. Secondo alcune testimonianze, Frank Agrama e Bruce Gordon erano soci. Agrama acquistava ogni anno da Paramount l’intera produzione dei film e delle fiction e poi li vendeva, singolarmente o a pacchetti, ai vari operatori europei assumendo su di sé il rischio dell’acquisto globale della produzione Paramount". "Mediaset per acquisire i prodotti Paramount, tra i migliori sul mercato americano, doveva quindi, necessariamente, trattare sempre e solo con Agrama. A conferma di questo, un nuovo amministratore di Mediaset cercò di aggirare questa situazione trattando direttamente con Paramount. Il risultato fu che, quell’anno Paramount cedette tutti i suoi prodotti alla RAI anziche’ a Mediaset. I magistrati milanesi non si sono arresi a questa realtà e hanno ipotizzato addirittura che la causa dell’esclusiva di Agrama sarebbe stato il fatto che Silvio Berlusconi sarebbe socio occulto di Agrama e che avrebbe diviso con lui gli utili delle vendite Paramount". Il documento smonta questa ipotesi spiegando che Berlusconi ebbe solo due o tre incontri con Agrama all’inizio degli anni Ottanta, che mai il Cavaliere avrebbe goduto di somme passategli da Agrama, come dimostrano i conti correnti dello stesso sequestrati dai pm milanesi. Agrama versà comunque nel corso degli anni somme in nero a dirigenti Mediaset per favorire il fatto che l’azienda acquistasse la produzione annuale di Paramount. "Quale imprenditore avrebbe continuato a mantenere come responsabili dell’Ufficio acquisti, dei dirigenti corrotti che pretendevano una tangente addirittura del 10% sul prezzo dei diritti da acquistare?", si chiede il Pdl, "La risposta è assolutamente scontata: nessun imprenditore avrebbe mai tollerato per più di un minuto la permanenza in azienda di tali personaggi che acquisivano annualmente diritti per quasi un miliardo di dollari, venti volte il pacchetto dei diritti Paramount, e che potevano quindi causare all’azienda danni enormi". La convinzione espressa dagli estensori del documento, dunque, è che si tratti di "teoremi accusatori che sono stati protratti all’infinito solo per poter arrivare a condannare il nemico ideologico e politico Silvio Berlusconi". In particolare, il documento ricorda che tutti i testimoni ascoltati durante il processo hanno escluso che Berlusconi si occupasse direttamente della acquisizione dei diritti televisivi e che nel ’94, l’anno della "discesa in campo", il Cav. si era già dimesso da ogni carica da Mediaset, allontanandosi dall’azienda.