Donatella Dini condannata a 2 anni e 4 mesi per bancarotta fraudolenta

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Donatella Dini condannata a 2 anni e 4 mesi per bancarotta fraudolenta

03 Dicembre 2007

Donatella Pasquali Zingone, moglie dell’ex ministro
Lamberto Dini, è stata condannata
oggi a Roma a due anni e quattro mesi di reclusione.

La Dini è accusata di bancarotta fraudolenta mediante falso in bilancio a conclusione del
processo sulla vicenda del Gruppo Zeta.

In
particolare, la condanna ha riguardato il crac di 40 miliardi di lire che provocò
il fallimento della società “Sidema srl”, avvenuto il 13 marzo 2002. Stessa
pena è stata inflitta dai giudici della decima sezione del tribunale anche a
Italo Mari, componente del consiglio di amministrazione e amministratore
delegato della Sidema dal 26 gennaio al 1 luglio 1999. La pena è stata, però,
condonata, per effetto dell’indulto, ad entrambi gli imputati.

Sia Zingone sia Mari sono stati invece assolti da un’altra accusa, bancarotta
preferenziale, perchè il fatto non sussiste. Inoltre, nei confronti dei due
imputati, come pena accessoria (sospesa), è stato disposto il divieto di
accesso a cariche societarie per dieci anni. Un terzo imputato, Enrico Pozzo,
amministratore della Sidema dal 26 gennaio 2000 al fallimento, aveva già patteggiato
una pena di due anni.

La condanna inflitta oggi dal tribunale di Roma si riferisce all’accusa,
contestata dal pm Paolo Auriemma, di avere, in una nota integrativa al bilancio
1999, falsamente dichiarato che l’area di proprietà della società partecipata
era “in procinto di essere concessionata dal comune di Castelnuovo di Porto”.

L’episodio per il quale sono stati assolti Zingone e Mari riguardava presunti
illeciti nei bilanci 1999 e 2000 con riferimento all’estinzione di un debito
della Sidema attraverso un’altra società. A conclusione della requisitoria, il
pm Auriemma aveva chiesto la condanna dei due imputati a quattro anni di
reclusione. Richiesta che Donatella
Dini aveva commentato affermando
che “tutto trae origine da una macchinazione politica che dura ormai da diversi
anni”.

Oggi i difensori degli imputati, Fabio Viglione e Antonella Follieri, hanno
annunciato che impugneranno la sentenza.