Donne Impresa, una sfida di genere ma non solo
07 Marzo 2012
di Mary Sellani
Questa mattina, Donne Impresa Confartigianato Bari, in collaborazione con Confartigianato Puglia, ha promosso un incontro presso la Camera di Commercio di Bari per discutere tematiche non soltanto di genere ma anche relative a “Giovani, Lavoro e Impresa artigiana”. Una necessità, quella di avviare un dialogo, cui hanno risposto i rappresentanti di Confartigianato e responsabili della Formazione Professionale della Regione Puglia, con lo sguardo rivolto in particolare al mondo delle piccole imprese artigiane che costituiscono un’opportunità di formazione e di occupazione stabile e qualificata.
Com’è noto, esse rappresentano il 96 per cento delle attività economiche in Italia e in Puglia, eppure gli imprenditori artigiani trovano difficoltà crescenti a reperire nuovi addetti che garantiscano il turn-over fisiologico rispetto a chi va in pensione. Negli ultimi 4 anni, gli imprenditori artigiani hanno speso tempo e denaro per insegnare il mestiere ai giovani, dedicando alla formazione ben 64 milioni di ore. Il 53 per cento degli apprendisti, concluso il percorso di formazione, ha poi continuato a lavorare nell’azienda.
Proprio il tema dell’apprendistato e delle novità introdotte recentemente a proposito degli incentivi per le assunzioni dei giovani in azienda e per la formazione continua è stata al centro del dibattito. Ma si è insistito anche sulla carenza di nuove figure professionali necessarie alla continuità dell’impresa artigiana. E ciò rappresenta un vero e proprio paradosso, se si considera che la disoccupazione complessiva supera nel nostro Paese il 9% della forza lavoro, che un giovane su tre è disoccupato, e che la massa dei ragazzi scoraggiati che non studiano e non cercano lavoro ammonta a due milioni.
Per uscire da questo paradosso, forse bisognerebbe ripensare il modello formativo attuale, per molti versi inadeguato ai far crescere competenze spendibili nel mondo produttivo. Oggi viviamo in un mondo globalizzato, complesso, soggetto a veloci cambiamenti e con una grande ridondanza di informazioni, per cui sempre meno la famiglia riesce a svolgere un ruolo di orientamento nei confronti dei propri figli per quanto attiene allo sbocco lavorativo. D’altro canto, la scuola sembra essersi sempre più rinchiusa all’interno del suo compito educativo di trasmettere conoscenza senza riuscire a governare una vera relazione con il contesto economico in cui agisce. Occorre, allora, una nuova collaborazione tra gli istituti di formazione (scuola e famiglia), i giovani destinatari e gli utilizzatori finali del processo educativo: le imprese. Una collaborazione che metta la persona (in questo caso il giovane) al centro di tutte le attenzioni educative, riscoprendo al contempo il valore del lavoro artigianale inteso non solo come lavoro manuale ma anche come esercizio che impegna per intero le capacità della persona nell’eseguire bene un’attività in tutte le sue fasi e che implica, allo stesso tempo, le competenze relazionali dell’individuo.
Probabilmente, un Osservatorio sul mondo della piccola impresa a livello regionale, che evidenzi periodicamente lo stato della domanda del lavoro in relazione all’evoluzione del ciclo economico, servirebbe a dare voce alle migliaia di imprese pugliesi che non riescono a reperire sul territorio le qualifiche che cercano. Sulla base di queste rilevazioni periodiche potrebbe orientarsi buona parte dell’offerta formativa del sistema della formazione e dell’istruzione. Il tutto nell’interesse dei giovani e del futuro della società in cui viviamo.