Donne in Yemen: stop alle mutilazioni
11 Febbraio 2010
di redazione
"È necessaria una nuova legge sulle mutilazioni genitali femminili entro i prossimi quattro anni". Le indicazioni arrivano dal ministero per i Diritti umani dello Yemen, dove continuano ad avvenire le mutilazioni genitali femminili nonostante l’approvazione delle limitazioni legislative in merito.
Vietate negli ospedali, queste pratiche vengono comunemente effettuate nelle case. “Vediamo che il risultato oggi – ha detto Wafa Ahmad Ali, leader del sindacato delle donne dello Yemen, con base a Sanàa – è opposto a quello sperato. Ora, invece di andare in ospedale dove i ferri sono almeno puliti, le mutilazioni avvengono nelle case”. Il ministero per i Diritti umani ha quindi dato il via a uno studio mirato ad accertare le dimensioni del fenomeno. “Se lo studio proverà che la pratica viene continuamente attuata, allora stileremo una nuova legge”, ha detto Huda Ali Abdullatef Alban, ministro dei Diritti mani, all’agenzia dell’Onu IRIN.
Le mutilazioni genitali femminili (infibulazione), praticate per ragioni di natura culturale, causano seri problemi di salute e riproduttivi, come mostrano i dati dell’Organizzazione mondiale della Sanità. Il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione e l’Unicef hanno stimato che nel mondo 120-140 milioni di donne sono state soggette a questa pratica e tre milioni sono a rischio ogni anno. Nello Yemen, in particolare, le mutilazioni sono particolarmente diffuse. Nei distretti di Hodeidah, Hadhramaut e al-Maharah oltre il 96 per cento delle donne ha subito mutilazioni genitali. Ad Aden la percentuale scende all’82 per cento e ad al-Amanah si attesta al 46 per cento.