Dopo Brexit, Germania Francia e Italia si giocano l’Europa
26 Giugno 2016
Dopo la valanga Brexit, Matteo Renzi vola a Parigi invitato dal presidente francese Hollande. Un incontro preparatorio in vista del vertice di lunedì prossimo con Angela Merkel a Berlino, al quale parteciperà il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk. I leader dei due grandi partiti socialisti europei, Hollande e Renzi, provano quindi a concordare una reazione comune alla uscita della Gran Bretagna dalla Ue, e a dare un nuovo slancio riformatore al Pse (il gruppo italiano è decisamente il più numeroso), il partito socialista europeo, preparandosi a chiedere alla Merkel meno rigore e più attenzione al tema della immigrazione.
Secondo il giornale tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung in Europa si prepara un “nuovo direttorio”, ovviamente con al centro la Germania ma allargato a Francia e Italia. “Francois Hollande è stato colto di sorpresa dal desiderio della cancelliera di non limitare il primo colloquio a uno scambio franco-tedesco. Ma nonostante le ambizioni del presidente francese un sano realismo lo porterà a collaborare strettamente con il premier italiano con il quale, peraltro, le posizioni politiche su crescita e flessibilità sono più simili”, scrivono i tedeschi.
Intanto a Berlino è volato il ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni,: “una delle risposte che gli europei aspettano per dare una prospettiva al futuro dell’Europa riguarda la capacità di avere politiche comuni sull’immigrazione”, ha detto Gentiloni che fa sapere: l’Italia si aspetta “decisioni rilevanti” dal Consiglio europeo.
Il primo ministro francese, Manuel Valls, ha scritto su Twitter “Con Matteo Renzi, Francia e Italia sono unite e determinate ad agire insieme per l’avvenire dell’Europa”. E’ vero che nello scenario aperto dal dopo Brexit un Paese come l’Italia potrebbe svolgere un ruolo più dinamico e di primo piano in Europa, ma in realtà, i governi socialisti europei escono ancora più indeboliti dal voto inglese, che si aggiunge alle difficoltà interne dei rispettivi leader: Hollande prigioniero della ribellione di mezza Francia sui temi del lavoro e l’agenda etica, Renzi sconfitto alle Comunali e che si gioca tutto al referendum costituzionale di ottobre.
Nei giorni scorsi, Economist ha scritto che Brexit potrebbe avere conseguenze negative per il referendum renziano. Ma in generale, Merkel compresa, all’orizzonte non si vedono leader europei in grado di imporsi, fermare l’ondata euroscettica, e determinare un cambio di rotta netto per la Ue. Nel frattempo, cambiano comunque gli equilibri geopolitici. Germania e Francia sono sempre meno legate al vecchio status quo e bisognerà capire cosa succederà adesso visto che la Gran Bretagna dentro la Ue rappresentava per Berlino un sostegno quando si trattava di contrastare il protezionismo della Unione, mentre per Parigi il Regno Unito aveva sempre rappresentato un contraltare allo strapotere tedesco.