Dopo Brexit, i “big” corrono ai ripari: a Versailles nasce l’Europa a più velocità

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Dopo Brexit, i “big” corrono ai ripari: a Versailles nasce l’Europa a più velocità

Dopo Brexit, i “big” corrono ai ripari: a Versailles nasce l’Europa a più velocità

07 Marzo 2017

Se ne parlava da tempo, ma ora è ufficiale: l’Europa a più velocità si farà. L’annuncio arriva direttamente da Versailles dove i leader di Italia, Germania, Francia e Spagna, i quattro paesi più popolosi dell’Ue, meno la Gran Bretagna, ormai in via d’uscita dopo Brexit, si sono incontrati per un vertice congiunto in vista delle celebrazioni del 60esimo anniversario dei Trattati di Roma, in programma tra tre settimane.

Mai come ora i leader europei sono parsi così uniti nel sostenere che, ad oggi, lo stato dell’Unione “non è più sostenibile” e, quindi, bisogna correre ai ripari. La soluzione che Gentiloni, Merkel, Rajoy e il padrone di casa Hollande hanno condiviso è la “terza via” per il futuro dell’Ue prospettata qualche giorno fa dal presidente della Commissione Europea Junker: “Chi vuole di più fa di più”.

È la via dell’Europa a più velocità, dei cerchi concentrici, con un approccio più intergovernamentale, che piace molto alla cancelliera tedesca Angela Merkel e al presidente francese Francois Hollande. Soluzione che,in parte, già esiste con Schengen e l’Eurozona, ma potrebbe vedere nuove cooperazioni rafforzate tra “coalizioni di volenterosi”. Tuttavia, alcuni Paesi Visegrad ed altri più piccoli hanno più volte sostenuto di non privilegiare questa soluzione per il timore di restare indietro.

E proprio in quest’ottica è da leggere la dichiarazione del premier Gentiloni: “Abbiamo bisogno di un’Europa sociale, che guardi alla crescita e agli investimenti. Un’Europa in cui chi rimane indietro non consideri l’Ue come una fonte di difficoltà ma come una risposta alle proprie difficoltà. E non siamo ancora a questo livello”. Tradotto: “fare di più” significa “fare di più per tutti”.

La conferma di questa linea, al fine di smorzare gli scetticismi sull’Europa a più velocità, arriva da Hollande: “Roma, Parigi, Madrid e Berlino hanno la responsabilità di tracciare la via non per imporla agli altri ma per essere una forza al servizio dell’Europa che dà l’impulso”. E proprio il presidente francese ha sostenuto la necessità di puntare su un’Europa che garantisca “sicurezza e difesa” oltre a definire una chiara politica in materia di migrazioni.

“Se ci fermiamo ora tutto quello che abbiamo costruito potrebbe crollare. Abbiamo tutti l’obbligo di continuare l’integrazione europea” ha chiosato la Merkel sostenendo la necessità di inaugurare un’Europa della “prosperità” che “crei posti di lavoro”al fine di non mandare in frantumi quella che il premier spagnolo Rajoy ha definito “una storia di successo, di democrazia e di pace” riferendosi al progetto comune europeo.

Insomma, dopo lo scossone della Brexit e con i venti nazional-populisti, in Francia con la Le Pen e in Olanda con Wilders, che incalzano alle porte ventilando possibili “Frexit” e “Nexit”, pare che i big d’Europa inizino a svegliarsi. Sentire la Merkel parlare di “prosperità” dopo essere stata per anni la condottiera dell’austerity europea e Hollande che prospetta “politiche migratorie congiunte” dopo aver sempre tentennato su questo aspetto, sono il segno che, forse, il timore di “far crollare tutto” ora è davvero forte.

Ovviamente non si può nascondere che le dichiarazioni della cancelliera sono dichiarazioni di un leader in campagna elettorale, così come non si può nascondere il fatto che Hollande, secondo i beninformati, sarebbe pronto a candidarsi alla presidenza del Consiglio Europeo nel caso in cui non si trovi un accordo per la riconferma di Donald Tusk. Quindi, anche lui sarebbe “interessato” alla questioni europee. In ogni caso, ciò che è certo è che i “big” hanno capito che qualcosa bisogna fare, sempre che non sia già troppo tardi.