Dopo due anni di governo Chiodi il debito è sceso e si parla di ripresa
28 Gennaio 2011
di V. F.
Sessantasei pagine. Tante ne sono servite al presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, per illustrare i primi due anni di impegno della sua Giunta. “Due anni che per lavoro ed intensità – ha assicurato il presidente – equivalgono almeno a dieci”.
C’era il clima delle grandi occasioni ieri nella sala Gialla della presidenza della Giunta. Davanti ai giornalisti la Giunta Chiodi quasi al completo. Al fianco del presidente una sfilata di assessori: il neonominato Gianfranco Giuliante, Carlo Masci, Alfredo Castiglione, Mauro Febbo, Federica Carpineta e ancora, il presidente del Consiglio Regionale, Nazario Pagano. Presenti anche numerosi consiglieri regionali: Federica Chiavaroli, Alessandra Petri, Riccardo Chiavaroli, Emilio Nasuti.
Chiodi ha snocciolato dati, fornito spiegazioni, messo a confronto passato e presente. Un passato che gli ha consegnato la Regione più indebitata d’Italia, con 4 miliardi di euro nel 2008. Una Regione “messa in ginocchio dalla crisi economica internazionale e dagli effetti devastanti del terremoto”. Per questo, ha sottolineato Chiodi, quello che oggi la Giunta presenta è senza dubbio un bilancio positivo, seppure con qualche legittima criticità.
Ma anche un presente, in cui l’obiettivo è stato sempre e solo uno: trasformare l’Abruzzo in una regione “virtuosa”, che tradotto in azione ha significato soprattutto: lotta al debito pubblico. “Il nostro impegno prioritario – ha infatti confermato il presidente – è stato quello di aggredire immediatamente il debito pubblico e lo abbiamo fatto con una seria e rigorosa politica di contenimento dei costi della politica”: dal taglio dei vitalizi, all’eliminazione dei Consigli di Amministrazione per finire con le chiusura delle sedi di rappresentanza. “Una inversione di rotta – ha aggiunto – impressa anche agli enti strumentali, alle agenzie e alle società controllate e partecipate dalla Regione e un taglio non meno efficace è stato esercitato sulla burocrazia regionale che fino alla fine ha ostacolato l’approvazione in Giunta del ciclo delle performance per premiare chi si impegna di più”.
Ma i dati, più di ogni altra cosa, rappresentano una soddisfazione per il presidente Chiodi: perché stando alle cifre, il debito regionale è diminuito del 13,8%, così come è sceso al 17,1% il costo del debito senza nessun aggravio di Irpef ed Irap: anzi la pressione fiscale pro capite in Abruzzo è tra le più basse d’Italia.
E quando si parla di debito pubblico, l’equazione immediata è con il debito sanitario. Eppure l’Abruzzo si colloca tra le regioni con minori casi di malasanità, secondo la Commissione parlamentare, mentre il debito delle aziende sanitarie è sceso del 22 per cento ed è diminuito del 53,3% il loro disavanzo.
Si volta pagina e si passa al nodo sviluppo. E quindi, con il progetto "Lavorare in Abruzzo" sono stati creati 5700 posti di lavoro, la metà a tempo indeterminato e le imprese hanno ottenuto risorse pari a 120 milioni di euro. Certo la disoccupazione, pur rimanendo nella media italiana, resta un problema grave, che non potrà risolversi nel medio termine”.
“Nessuna regione – spiega ancora il presidente Chiodi – è riuscita a fare altrettanto in Italia tanto da esserci meritati da Moody’s il miglioramento del rating ed un lusinghiero giudizio che cito testualmente: il percorso di risanamento dell’Abruzzo è stupefacente”.
Detto questo, obiettività vuole che si analizzino anche le ombre. E quindi l’ultimo semestre, che è stato il più drammatico. Le inchieste giudiziarie, la scissione del Pdl, i tagli della manovra Tremonti, il buco di 360 milioni di euro nella sanità. “Ciononostante – afferma però Chiodi – abbiamo ostinatamente percorso la nostra strada per arginare la crisi”. Perché l’Abruzzo è ora “forte e autorevole anche in Europa dalla quale ottiene una premialità di 37 milioni di euro per aver raggiunto gli obiettivi di servizio inseriti nel quadro strategico nazione”.
Quindi si sono passati in rassegna i “300 milioni per la riqualificazione urbana, i 200 milioni per le micro, piccole medie imprese di finanziamento Bei. Siamo la prima regione del Sud per capacità di spesa” ha spiegato Chiodi e ha affermato senza timore di voler tenere ben salda la sua regione nel Sud per poter contare su un maggior numero di risorse.
Nell’attività di contenimento degli effetti della crisi, il presidente ha riferito di essersi preoccupato di “garantire la pace sociale”, da qui i 190 milioni in favore di 20 mila famiglie, i 134 milioni per l’occupazione e l’istruzione i 12,3 milioni per la prima infanzia, le pari opportunità, giovani ed anziani.
Infine L’Aquila. Ovvero il terremoto. Ma a testa alta Chiodi ha riferito di aver firmato mandati, tra la fase di emergenza e quella della ricostruzione, “per un miliardo e trecentomila euro”. Ora, i vari interventi, in particolare nel centro storico, “spettano ai soggetti attuatori, tra cui il Comune”.
Ma questa, è un’altra storia.