Dopo il caso Brown, il parlamento britannico taglia la strada a Murdoch

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Dopo il caso Brown, il parlamento britannico taglia la strada a Murdoch

12 Luglio 2011

Era questione di ore. Il vaso di Pandora si è aperto, liberando il peggio dello scandalo intercettazioni illegali che sta sconvolgendo l’Inghilterra. A distanza di sei giorni dall’annuncio della chiusura di News of the World, si scopre che la macchina del fango targata News International ha un ingranaggio più complesso di quanto si pensasse. Sunday Times e Sun avrebbero ottenuto in modo illecito accesso a conti bancari, documenti notarili e cartelle mediche dell’ex premier Gordon Brown – all’epoca in cui era cancelliere dello Scacchiere – che è stato vittima del wiretapping per almeno 10 anni.

Una vittima che ha pianto impotente di fronte al suo carnefice quando nel 2006 il tabloid aveva dato in pasto all’opinione pubblica notizie riservate rivelando senza scrupoli che il suo bambino era affetto da fibrosi cistica, poco dopo che lui stesso aveva scoperto la tragica realtà. “Eravamo in lacrime, ma non potevamo farci niente – ha detto oggi l’ex primo ministro laburista in un’intervista alla BBC –. A tutt’oggi non so come abbiano ottenuto quelle informazioni sulle condizioni mediche di mio figlio”.

I Brown, che avevano già perso il loro primogenito piccolissimo nel 2002, di fronte alla pubblicazione della notizia restarono letteralmente attoniti anche perché una fonte vicina all’ex premier ha raccontato che l’allora direttrice del tabloid Rebekah Brooks non aveva risparmiato minacce. Ma come se non bastasse, nel 2000 le testate del gruppo Murdoch intercettarono anche la segreteria del cellulare dell’ex cancelliere di Blair per ottenere informazioni sul suo conto in banca. 

“Una spaventosa invasione della privacy”. Così il premier David Cameron ha definito la vicenda che ha travolto Brown che, da parte sua, ha chiesto l’apertura di un’inchiesta sugli “stretti legami” tra il gruppo di Rupert Murdoch e il mondo della criminalità organizzata: il gruppo editoriale, per l’ex premier inglese, avrebbe usato regolarmente “noti criminali” per avere accesso a informazioni riservate e notizie. La guerra, dunque, su questo fronte è appena iniziata. Ma altri very important people coinvolti nella vicenda sono comparsi sulla stampa di oggi. Nel mirino è finita anche la famiglia reale: Carlo, Camilla, il principe William e il fratello Harry, comprese persone che lavorano per Buckingham Palace. Tutti “spiati” con tanto di cimici.

Questa cinica spy story sembra tutt’altro che al capolinea, ma è anche di soldi che si parla in queste ore. Mentre Scotland Yard accusa anche una fuga di notizie sull’indagine per comprometterla, conservatori e libdem britannici hanno dato il loro appoggio alla mozione proposta per domani dai laburisti che afferma che non è nell’interesse pubblico che Murdoch  continui con la sua offerta per BSkyB, tv satellitare di cui il magnate australiano possiede ora il 39% e che intende acquisire completamente. Si tratta di un’intesa senza precedenti. Il voto, previsto per domani, non è vincolante ma un sostegno trasversale delle forze parlamentari alla mozione sarebbe un segnale della contrarietà del Parlamento all’offerta, e aumenterebbe la pressione su News Corp che intanto ha annunciato un programma di buyback da 5 miliardi di azioni nei prossimi 12 mesi, nel tentativo di contenere gli effetti dello scandalo sul suo titolo, che da giovedì scorso ha perso circa il 14% del suo valore.

Incassato il sostegno della maggioranza alla mozione del suo partito, Ed Miliband ha annunciato per stasera un incontro con il premier britannico e il suo vice, il libdem Nick Clegg, per discutere dello scandalo che si sta allargando a macchia d’olio travolgendo ora dopo ora i piani alti della politica e non solo. Su questa storia di spionaggio compare ancora una volta la scritta to be continued