Dopo la crisi l’Europa capirà di aver perso i “gioielli” della sua economia

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Dopo la crisi l’Europa capirà di aver perso i “gioielli” della sua economia

14 Luglio 2012

Se il Milan vende i suoi campioni la colpa è del programma nucleare dell’Iran e della primavera araba. Può sembrare un delirio geopolitico-pallonaro ma questa semplificazione acquista un senso mettendo insieme un po’ di notizie che riguardano l’Italia e il Qatar. Ibrahimovic e Thiago Silva sono finiti al Paris Saint Germain, la squadra di calcio della capitale francese acquistata nel 2011 proprio dall’emiro Hamad bin Khalifa al-Thani. Nella stessa giornata il gruppo Valentino (Vfg) è finito in Qatar attraverso una società partecipata del fondo sovrano del paese arabo che ha acquisito l’intera partecipazione della società dal fondo Permira e dalla famiglia Marzotto (azionista con il 20% circa) sborsando una cifra monstre che si aggira attorno ai 700 milioni di dollari.

Dietro queste due notizie arrivate in poco meno di 24 ore c’è la stessa mano. Quella, molto danarosa, di al-Thani. L’emiro del Qatar negli ultimi anni ha plasmato una politica estera ambiziosa, spregiudicata, intelligente certamente poco tradizionale e quindi “smart”, per usare la definizione del politologo Joseph Nye. Il micro stato del Golfo Persico sta diventando rapidamente un influente protagonista della politica internazionale. La strategia dei qatarioti non è fatta solo di alleanze politiche e militari o accordi commerciali con i pezzi grossi della politica internazionale come Stati, Uniti, Cina o Francia.

Quindi al-Tahni ha deciso di usare i suo petrodollari (il paese è ricchissimo di petrolio ma soprattutto di gas naturale di cui è il terzo esportatore mondiale) per assicurarsi una presenza massiccia nelle economie occidentali. Qia (Qatar investment autorithy), il fondo sovrano che ogni anno fattura 40 miliardi di euro e che ha una dotazione che si aggira intorno agli 85 miliardi di dollari,  è il braccio finanziario utilizzato per legare a filo doppio l’economia europea ai destini del Qatar. L’emirato investe nel Vecchio continente non solo per effettuare investimenti remunerativi approfittando della crisi ma anche per motivi geopolitici. Essere parte integrante del sistema economico è una specie di assicurazione sulla vita del piccolo emirato che deve fronteggiare l’aggressivo espansionismo dell’Iran e le tensioni e gli sconvolgimenti innescati dalla primavera araba in tutto il Medio Oriente.

In questi anni Al-Thani non si è fatto mancare nulla e ha inondato di denaro molti paesi europei. In primis la Francia che ha costruito una special relationship con il Qatar; al-Thani  ha approfittato dell’amicizia personale con l’ex presidente Nicolas Sarkozy per fare del paese transalpino una specie di outlet del Qatar. Doha ha realizzato investimenti in campo immobiliare, nelle grandi imprese prestatrici di servizi, nel settore del lusso e nello sport. Il fondo sovrano arabo ha acquistato importanti partecipazioni azionarie in Volkswagen (17%), nel London Stock Exchange (15,1%) e, attraverso la sussidiaria Qatar holding, nei magazzini Harrod’s. Il Qatar è presente anche in Barclays e Credit Suisse, ha pilotate la fusione delle due principali banche greche e controlla il gigante delle gioiellerie Tiffany. Alla lista della spesa mancava l’Italia.

Quando ad aprile Al-Thani è arrivato a Roma per incontrare Mario Monti l’emiro aveva promesso che avrebbe investito nelle piccole e medie imprese. Alla fine il Qatar ha preferito insistere sul lusso, non solo ha messo le mani su brand prestigiosi come Valentino e Missoni ma è pronta anche ad inaugurare una serie di hotel extralusso firmati Harrod’s nella meravigliosa Costa Smeralda. La crisi dei debiti sovrani che sta stremando l’Europa permette al Qatar di acquistare a prezzi di saldo marchi prestigiosi e di sicuro successo. Con la recessione che impoverisce il ceto medio il settore del lusso è uno di quelli che sentirà sempre meno la crisi potendo contare sui nuovi ricchi dei Brics. Quando questa crisi finirà, gli europei si renderanno conto di essere stati costretti a cedere i pezzi più pregiati del proprio sistema economico.