Dopo la Rai ora i giudici vogliono la gestione dei terremoti
03 Giugno 2010
di redazione
In Italia, unico paese democratico al mondo, abbiamo giudici tutto fare. Decidono che debba vivere e chi morire (anche se non abbiamo la pena di morte) ma anche chi debba condurre trasmissioni televisive e chi no, come debba essere gestita la Rai e mille altri aspetti della vita civile e personale sottratti ai diretti interessati.
Con oggi abbiamo anche magistrati che si trasformano in geologi, sismologi, protettori civili ed esperti di "grandi rischi", ecc… Omicidio colposo: è infatti l’accusa rivolta dalla procura dell’Aquila ai membri della Commissione Grandi Rischi che il 31 marzo scorso, 6 giorni prima del terremoto che sconvolse L’Aquila, parteciparono alla riunione che si tenne nel capoluogo abruzzese. Tra gli indagati, nove persone in tutto, ci sarebbero alcuni funzionari ai vertici del Dipartimento della Protezione Civile e dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, scienziati di fama mondiale. Tutti colpevoli di non aver saputo prevedere quel terremoto ed evitare le oltre trecento vittime, senza contare i feriti e i senza tetto. E di essere stati magari un po’ troppo ottimisti.
Con un riflesso ormai diffuso i magistrati si sono sostituiti in blocco ai responsabili, ai tecnici, agli scienziati, e in completo spregio al fatto che i terremoti non li prevede nessuno in alcuna parte del mondo, loro hanno raccolto faldoni e faldoni, interviste e testimonianze per dimostrare il contrario e madare tutti i galera.
Bene, può darsi che abbiano ragione loro. Però allora, che sia chiaro a tutti: la prossima volta che avvertite una scossa di terremoto, uno sciame sismico o sentite i cani abbaiare alla luna, lasciate predere la protezione civile, chiamate direttamente la Procura dell’Aquila.